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Cosa pensava Sant’Agostino della felicità?

HAPPY, FACE, BOY
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Guillermo Dellamary - pubblicato il 05/04/22
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Sentirsi veramente felice. Pensate di aver già vissuto questa sensazione meravigliosa? Credete che sia qualcosa di effimero, passeggero, o che si possa arrivare a vivere lunghi periodi di felicità?

Chi vive come vuole è felice? Ottenere quello che si ritiene serva per essere felici può provocare infelicità perché si finisce per ottenere quello che non è bene per noi, cosa che ovviamente non porterà alla vera felicità.

E poi, chiunque non è felice si può considerare infelice?

Queste domande e riflessioni sono state proposte un 13 novembre, giorno del compleanno di Sant'Agostino, dopo un pranzo offerto da lui e a cui avevano partecipato sua madre, suo figlio Adeodato, suo fratello Navigo, i suoi due cugini fratelli Lastidiamo e Rustico e due suoi discepoli, Trigezio e Licenzio.

Questo incontro è rimasto plasmato nella sua opera La Vita Felice, a cui ci siamo ispirati per elaborare questo articolo e che può aiutarvi a riflettere sulla vostra felicità con idee di circa 1.650 anni fa.

Sicuramente vogliamo tutti essere felici, e in particolare che lo siano i nostri figli. Da ciò deriva l'idea che perché possano esserlo in qualche modo dobbiamo insegnarglielo, con l'esempio e con le conoscenze necessarie per far sì che possano raggiungere questo obiettivo.

Siamo d'accordo sul fatto che essere felici è un bene in sé, per cui desiderare il bene è già un passo importante per raggiungere la felicità, perché cercando il male non troveremo altro che sofferenza. Anche se esiste un'apparente felicità, è solo transitoria e superflua. “Desiderare ciò che non conviene è il colmo della sventura”.

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Desiderare ciò che è positivo è molto più importante che ottenere quello che non ci conviene.

Fermarsi alle cose passeggere non rende felici

Una persona può essere felice se le manca quello che desidera? In realtà no, ma non si è nemmeno felici solo perché si ottiene tutto ciò che si desidera.

Se una persona si propone di diventare milionaria e un giorno riesce a diventarlo, sarà per questo pienamente felice? Per Sant'Agostino non è garantito che ottenendo tutto quello che si desidera si sarà immensamente felici, perché le cose hanno una caducità. È altrettanto vero che chi non ha ciò che vuole finirà per essere infelice, e quindi buona parte della felicità dipende da quello che si desidera. Se lo si ottiene, ci sono molte più possibilità di godersi i propri successi rispetto a chi non riesce a raggiungere i suoi obiettivi.

Da ciò deriva l'importanza che Sant'Agostino dà a ciò a cui dobbiamo aspirare in questa vita per essere felici.

Si tratta, dunque, di dare più valore a quello che si vuole rispetto alle cose che accadono in modo fortuito e derivano da una presunta buona o cattiva sorte. È un esercizio della volontà.

Il santo ci chiede se si può essere felici avendo al contempo paura. Felicità e paura sembrano ovviamente incompatibili, per cui non si può essere felici se si ha paura di perdere ciò che si possiede. Se i beni materiali o le fortune si possono perdere, allora si ha paura di rimanere senza niente, e questa paura toglie felicità a chi si attacca alle cose materiali o alle fortune che possiede.

Supponiamo che qualcuno si assicuri che non perderà mai i beni che ama tanto. Allora, però, vorrà più beni e più fortuna, il che lo porterà a mostrarsi insaziabile e ad essere insoddisfatto. Resterà quindi intrappolato nell'avidità e nell'ambizione, il che lo farà vivere nell'ansia per il fatto di volere sempre di più.

Un primo passo molto importante per essere felice, ci insegna Sant'Agostino, è essere contenti e soddisfatti di quello che si ha e imparare a godere con moderazione di quello che già si possiede. Per essere felici, bisogna ottenere i beni permanenti e che non vengono strappati dalle vicende della vita e dagli imprevisti fortuiti. In poche parole, meno si è attaccati, più si è felici.

Se c'è dunque qualcosa che dobbiamo scegliere come fonte della nostra felicità, è scegliere la cosa più trascendente che esiste, quella che non finisce, quella che non temiamo di perdere. E questo è solo l'amore di Dio, concludeva il famoso teologo e filosofo.

È molto interessante conoscere e comprendere queste riflessioni, antiche ma ancora applicabili alla vita attuale.

Ora sapete che per smettere di essere infelici è bene abbracciare con pienezza il vivere con amore. È una fonte inesauribile, e provandola si finirà per essere felici.

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