Durante il volo che lo portava da Roma a Malta, il 2 aprile 2022, il Papa ha evocato davanti ai giornalisti la possibilità di recarsi a Kiev, capitale dell’Ucraina. Rispondendo alla domanda se pensasse di accogliere l’invito a recarvisi, l’85enne pontefice ha risposto: «Sì, è sul tavolo».
Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha ufficialmente invitato papa Francesco ha recarsi nella città assediata, lo scorso 8 marzo. L’invito è stato trasmesso alla Segreteria di Stato della Santa Sede dal Nunzio Apostolico in Ucraina, mons. Visvaldas Kulbokas. In una recente intervista accordata al settimanale Famiglia Cristiana, il diplomatico aveva spiegato perché un simile viaggio gli sembrava attualmente impossibile.
La probabilità di un viaggio a Kiev nelle attuali condizioni è dunque assai flebile. Lungo il volo che lo conduceva a Malta, papa Francesco ha ricordato che due cardinali della Curia si sono recati in Ucraina per manifestare il suo consenso – il cardinale Krajewski, elemosiniere pontificio, e il cardinale Czerny, prefetto ad interim del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale.
Un viaggio in Polonia al capezzale dei rifugiati?
Si deve osservare che, alla vigilia della partenza del Papa per Malta, il Pontefice ha ricevuto la visita del Presidente della Repubblica polacca, che lo ha invitato nel suo Paese. Per il Papa sarebbe una maniera – ha detto Andrzej Duda – di incontrare le centinaia di migliaia di rifugiati ucraini accolti in Polonia.
Questo viaggio «sarebbe l’occasione per incontrare due nazioni, poiché quasi due milioni di cittadini ucraini sono attualmente in Polonia e vivono con noi», ha dichiarato il presidente Duda alla stampa alla fine del colloquio col capo visibile della Chiesa cattolica, durato 35 minuti.
Una fonte diplomatica contattata da i.Media ritiene tuttavia che un siffatto viaggio potrebbe essere mal percepita dai poteri civili e religiosi russi. La Santa Sede romperebbe con la propria attitudine che consiste nel restare un mediatore possibile tra le due parti, sia ucraina sia russa.
«Il Papa non può andare a visitare una parte in causa nel conflitto senza andare a visitare anche l’altra», osserva ancora questa fonte. La diplomazia vaticana cerca sempre di rispettare questo equilibrio. Così durante la crisi delle Falkland, nel 1982, Giovanni Paolo II si era recato sia nel Regno Unito (28 maggio-2 giugno) sia in Argentina (11-12 giugno).
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]