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Chi crede illumina la notte dei fratelli che incontra

LANTERNA, UOMO, NOTTE
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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 03/04/22
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La luce che è Cristo ci dà il senso della vita, abbiamo la responsabilità di mostrare questa luce anche a chi cammina al buio.

Vangelo di lunedì 4 aprile

Di nuovo Gesù parlò loro: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».
Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose: «Anche se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. Nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera: orbene, sono io che do testimonianza di me stesso, ma anche il Padre, che mi ha mandato, mi dà testimonianza». Gli dissero allora: «Dov'è tuo padre?».
Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». Queste parole Gesù le pronunziò nel luogo del tesoro mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora giunta la sua ora.

(Giovanni 8,12-20)

Accogliere Gesù è accogliere la luce. L’esperienza della luce è l’esperienza di vedere le cose per ciò che sono, ed è sapere il motivo vero per cui la vita vale la pena. Solo chi vede è davvero libero. Ecco perché Gesù dice a chi lo interroga:

Sarebbe bello nella vita poter sapere da dove veniamo e dove stiamo andando, ma molto spesso non sappiamo il vero senso del nostro passato e soprattutto verso dove siamo incamminati. Per questo seguire Gesù è anche potersi mettere in un esperienza che possa davvero rispondere a questa domanda di senso.  Escludere Gesù significa condannarsi al buio.

Persino chi non crede ha bisogno di rispondere a questa domanda di senso, e proprio per questo un credente ha la doppia responsabilità non soltanto di cercare una luce che lo salvi ma di lasciarsi illuminare da quella luce fino a diventare luce per chi non l’ha incontrata. È il mysterium lunae a cui tutta la Chiesa in ogni singolo suo appartenente è chiamata. Così come la luna non splende di luce propria ma illumina la notte, così ogni battezzato non splende di luce propria ma illumina la notte dei fratelli che incontra sulla sua strada.

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