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Critichi tutto e tutti? attenzione: potresti farlo anche con Gesù

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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 31/03/22
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I ragionamenti della gente di Gerusalemme assomigliano così tanto ai nostri. Si trovano di fronte a Cristo, al Figlio di Dio, al Senso di tutta la vita, ma lo trattano con aria di sufficienza e presunzione

Vangelo di venerdì 1 Aprile

Dopo questi fatti Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne;

Ma andati i suoi fratelli alla festa, allora vi andò anche lui; non apertamente però: di nascosto.

Intanto alcuni di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere?  Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora.

(Giovanni 7,1-2.10.25-30)

I ragionamenti della gente di Gerusalemme assomigliano così tanto ai nostri:

Non di rado anche per noi il metro di giudizio è la critica, e la nostra convinzione di fondo è che ciò che pensiamo già di conoscere non ha dentro nessuna novità. Delle volte è così che trattiamo chi ci vive accanto, con critica e rassegnazione.

E in entrambi i casi se potessimo far fuori le persone e le nostre routine lo faremmo senza pensarci due volte. Eppure quella gente si trova di fronte a Cristo, al Figlio di Dio, al Senso di tutta la vita, ma lo trattano con aria di sufficienza e presunzione.

Presumere di sapere è la radice di ogni nostra tragedia personale. Invece ogni rivoluzione e cambiamento nascono dal ragionevole dubbio che forse noi non sappiamo tutto e che faremmo bene a fidarci ogni tanto.

Il fastidio di cui è portatore Gesù è il fastidio che si prova davanti a una persona profondamente aggrappata a un significato. Le persone che hanno trovato un senso nella propria vita, sono felici. E le persone felici infastidiscono perché ci ricordano la nostra infelicità e fanno crollare la convinzione che l’infelicità è sopportabile solo perché tutti sono infelici. 

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