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Come porre fine ad amarezza e pensieri negativi?

Fatigue
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Orfa Astorga - pubblicato il 31/03/22
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Cosa accade alle persone che non smettono mai di lamentarsi e vedono tutto nero, anche prima che accada?

Le persone che vivono in preda all'amarezza mostrano nel volto il rictus della tristezza e della sofferenza, cercando di attirare l'attenzione e di ottenere compassione. Raccontano pene e malattie, parlando di infanzia infelice, matrimonio disgraziato o figli ingrati, come se fossero vittime predestinate all'infelicità.

All'inizio le persone hanno compassione di loro, ma poi finiscono per evitarle, perché non sono capaci di dare o ricevere affetto, né di suscitare fiducia.

Abbiamo tutti un po' di inclinazione all'amarezza, alimentata dai pensieri negativi. È una cosa più comune di quanto si possa pensare.

Ci siamo mai guardati allo specchio vedendoci stanchi, tristi, preoccupati e più vecchi di quello che siamo? Lo specchio riflette le rughe non solo della fronte, ma anche dell'anima.

Sarebbe allora bene chiederci se non siamo diventati dipendenti dall'amarezza senza rendercene conto.

Vivremo davvero o ci limiteremo a durare un certo numero di anni? Da dove derivano quei pensieri negativi, che ci tolgono la possibilità di godere delle gioie essenziali?

Un passato con cui non ci siamo riconciliati

La causa non è costituita dalle inevitabili contrarietà di ogni giorno, grandi e piccole, ma derivano da un pesante fardello che portiamo sulle spalle, e al cui interno si può trovare un passato con cui non ci siamo riconciliati.

Un passato su cui pesano ancora opinioni altrui, senso di colpa per errori commessi, peccati personali, problemi altrui e altro. E che si voglia o meno, la paura di non trovare un vero senso alla nostra vita.

Il passato va ammesso e accettato, per affrontarlo, superarlo e maturare.

Essendo così, quali sarebbero i modi per identificare questi pensieri, per imparare a sottrarci alla loro influenza ed essere felici?

La percezione negativa delle cose. Spesso per esperienze negative del passato vediamo nelle cose che avvengono solo il lato negativo, solo il bicchiere mezzo vuoto e non mezzo pieno.

Attribuire le nostre esperienze negative sempre a qualcosa o a qualcuno. Per mancanza di fiducia in noi stessi, diamo una spiegazione alle contrarietà e contingenze della nostra vita, attribuendole alla malasorte o alle cattive intenzioni delle persone. È fonte di pregiudizi dannosi che influiscono sulle relazioni interpersonali.

Aspettarsi il peggio. È l'atteggiamento ansioso che anticipa gli eventi pensando al peggio. Eventi per cui ci si autoinfligge un danno emotivo e molto probabilmente non si verificheranno.

Supposizione o presunzione senza i dati necessari. Con poche o cattive informazioni, traiamo conclusioni sulla vita, il mondo o le relazioni interpersonali che ci danno una visione negativa che non corrisponde alla realtà.

Pregiudicare i valori altrui. Ci creiamo un'immagine di come devono o dovrebbero essere le cose, e ci irrita quello che interpretiamo come disonestà da parte di chi si relaziona con noi. Si sta sempre sulla difensiva rispetto alle intenzioni altrui, anche quando sono positive.

I pensieri negativi denotano un atteggiamento psicologico che mina la capacità di confidare nella provvidenza di un Dio che vede tutto, non ci abbandona mai e da cui non può mai venire nulla di negativo, anche quando non ci sembra che sia così.

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