La pace ad ogni costo? No, grazie. Giovanni Paolo II è stato il Papa che è sceso in campo, in modo forte e deciso, contro più guerre di ogni altro pontefice. E’ molto probabile che se ci fosse al soglio di Pietro durante queste settimane dell’assurda guerra in Ucraina, avrebbe tuonato come sta facendo Papa Francesco contro la violenza e le inutili morti che sta generando il conflitto.
“Ai giovani dico: mai più”
Eppure Giovanni Paolo II non è stato un pontefice pacifista. E’ stato piuttosto un divulgatore di un concetto di pace autentico, concreto e “utile”. E questo lo ha sviluppato, utilizzando dapprima parole durissime contro la guerre. Le più dure le ha pronunciate il 16 marzo del 2004 per tentare di scongiurare l'attacco alleato in Iraq.
“Non sono un pacifista…”
Nella precedente crisi irachena del 1991, durante una visita alla parrocchia di Santa Dorotea in Trastevere, il 17 febbraio di quell’anno, parlando con i giornalisti di agenzia che lo accompagnavano, Wojtyla chiarì il significato della sua condanna di quell'intervento militare da parte dell’Occidente.
Il Papa affermava: “Non sono un pacifista, nel senso che non voglio la pace ad ogni costo, ma la pace nella giustizia".
“Opera della giustizia
Nel discorso che fece in parrocchia, spiegò cosa voleva intendere con l’espressione «strumento della pace», che lui preferiva alla definizione di «pacifista».
Il pellegrinaggio a Sarajevo
Al “Papa della pace”, come scriveva l’Agi, è legato lo storico pellegrinaggio del gennaio 1997 a Sarajevo, con la ex Jugoslavia ancora segnata da echi di guerra. Giovanni Paolo II varcò il ponte su cui poco tempo prima era stato collocato esplosivo per un possibile attentato, poi sventato.
Ha ricordato il vaticanista Fabio Zavattaro nel suo libro "La valigia di Papa Wojtyla”: il Papa «attraversa il viale dei cecchini, vede le distruzioni della guerra, per questo si dichiara "pellegrino di pace e di amicizia", venuto qui per esortare al rifiuto della 'logica disumana della violenza’».
A Beirut sfidando protocolli e prudenza
Un mese dopo il Papa era a Beirut, per l'altra missione di pace tenacemente perseguita (e più volte rinviata per il rischio di attentati).