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Perché imparare a pregare salva la vita?

YOUNG MAN CRIES,
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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 28/03/22
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Nel Vangelo di oggi un uomo paralizzato da trentotto anni dice: "non ho nessuno". Anche noi spesso ci sentiamo così, profondamente soli. La vita spirituale è proprio l’esperienza di sentirsi presi a cuore da Qualcuno che ha un nome e un volto: Gesù.

Vangelo di martedì 29 marzo 2022

Vi fu poi una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. V'è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.  [Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l'acqua; il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto.] Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: «È sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina». Gli chiesero allora: «Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?».  Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio». Quell'uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

(Giovanni 5,1-16)

Il Vangelo di oggi è ambientato in una particolare zona di Gerusalemme che è la porta delle Pecore. Vi era lì una piscina d’acqua che nella credenza comune si riteneva avesse delle proprietà taumaturgiche.

Gesù attraversa la folla di malati assiepati accanto all’acqua e indugia su un uomo paralizzato da trentotto anni:

L’espressione “non ho nessuno” può tradurre lo stato d’animo che alberga nel cuore di molti di noi. Infatti possiamo vivere in mezzo a tanta gente ma non sentirci davvero presi a cuore da nessuno.

La vita spirituale è proprio l’esperienza di sentirsi presi a cuore da Qualcuno che ha un nome e un volto: Gesù.

È possibile riprendere la propria vita in mano e ricominciare a camminare quando si fa esperienza di sentirsi voluti bene nel profondo. L’esperienza di fede è un’esperienza che cambia la vita proprio perché la libera dalle paralisi che nascono da quella sensazione di radicale solitudine che delle volte abita il nostro cuore.

In questo senso imparare a pregare può salvarci letteralmente la vita. 

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