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Il vescovo di Mosca: il collante dei cristiani in Russia? Le icone della Madonna 

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 26/03/22
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Ogni domenica, nelle parrocchie, vengono esposte riproduzioni dell’icona della Mater Verbi e le famiglie che lo desiderano ricevono una benedizione

Il culto delle icone, sopratutto quelle della Madonna, è il punto d’unione per i cristiani cattolici e ortodossi in Russia. A dirlo è il vescovo cattolico di Mosca, monsignor Paolo Pezzi, che ne parla nel libro ”La piccola Chiesa nella grande Russia” (edizioni Ares)

Le “ambiguità” ortodosse e cattoliche 

Secondo mons. Pezzi, a unire le genti cristiane, partendo dai fedeli più umili, è il sentire profondo, l’immedesimarsi con lo spirito credente del proprio territorio, ciò che ordinariamente chiamiamo devozione o, meglio, pietà popolare. Probabilmente se non sapessimo di trovarci in un santuario cattolico piuttosto che in un luogo di culto ortodosso faremmo fatica a distinguere a quale confessione appartiene la signora che riempie la bottiglietta di acqua santa o accende la candela, e non capiremmo con facilità chi sia il destinatario della litania recitata dai fedeli in fila all’ingresso della piccola chiesa.

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Il “dominio” della Vergine

Il vescovo di Mosca dice che molto spesso la Vergine domina la spiritualità delle icone, come documentano le innumerevoli riproduzioni della Madonna della tenerezza, la Theotokos di Vladimir, protettrice della Russia, immagine che secondo la tradizione venne dipinta da san Luca evangelista. «La tradizione ortodossa ha un legame preferenziale con la Madonna e in Russia, come in generale nel mondo bizantino orientale la devozione riguarda l’icona della Vergine. Anche nelle apparizioni, a mostrarsi è sempre un’icona, e questo forse perché, ma è un’interpretazione mia, essendo l’immagine “dipinta”, da mano di uomo o di donna, avvicina l’umanità, la maternità di Maria alla vita della gente».

L’angolo sacro in casa

La devozione all’icona, ragiona mons. Pezzi, «è talmente diffusa che quasi in ogni casa si può trovare nella stanza più importante il cosiddetto angolo bello o angolo sacro per ospitare un’immagine mariana. Una presenza che significa affidamento alla Madre di Dio, quello che noi occidentali abbiamo percepito soprattutto attraverso Giovanni Paolo II. Aggiungo che se nella Chiesa latina occidentale il vescovo porta una croce pettorale, nella tradizione orientale ha con sé un’immagine della Vergine, la Panagia, a sottolineare l’attaccamento e anche in un certo senso la ragione del proprio servizio episcopale nel legame alla Vergine».

L’icona della Madonna di Fatima

In questo senso la Chiesa cattolica moscovita, che richiama sin dal suo titolo il proprio legame con la Vergine, è esemplare. «La diocesi di Mosca - osserva il vescovo - è dedicata alla Madre di Dio per desiderio di Giovanni Paolo II, il quale intendeva in questo modo affidare tutta la Chiesa russa alla Madonna. E dal momento che non abbiamo un’immagine nostra, propria, avendo lanciato il progetto di un anno di ripresa dell’ascolto della Parola di Dio e di riflessione sulla Sacra Scrittura, con gli altri vescovi abbiamo pensato di abbinarlo al pellegrinaggio di un’icona della Madonna di Fatima che, in àmbito cattolico, è quanto di più diffuso e di più vicino ai fedeli. In più le abbiamo dato il titolo di “Maria, Madre del Verbo” proprio a sottolineare l’aspetto dell’incarnazione, la centralità della Sacra Scrittura che vogliamo riscoprire».

Il pellegrinaggio

Un itinerario, quello dell’icona penalizzato e rallentato, come ogni altra cosa, dalla tragica zavorra della pandemia.«Il viaggio avrebbe dovuto iniziare il 25 Marzo 2020 per terminare nello stesso giorno del 2021 con un pellegrinaggio a Nazareth, dove stanno preparando un mosaico sull’icona della Mater Verbi, ma a causa della pandemia le iniziative sono state di necessità procrastinate. Aggiungo quelli che chiamiamo “pellegrinaggi per le case”». 

La domenica delle icone della Mater Verbi 

Ogni domenica, nelle parrocchie, «vengono esposte riproduzioni dell’icona della Mater Verbi e le famiglie che lo desiderano ricevono una benedizione con il mandato di accogliere l’icona nella propria abitazione impegnandosi per sette giorni, due settimane o un mese a svolgere un momento di ascolto della Parola di Dio e di preghiera attorno all’immagine. Questi momenti coinvolgono anche vicini di casa, parenti, amici e così diventano occasione di comunione, di fraternità. Altre iniziative sono state un concerto di canti alla Vergine e una recita meditata dell’inno orientale Akathistos».

La Madonna e il dialogo ecumenico 

Dal riferimento alla liturgia bizantina al “pellegrinaggio” di Maria attraverso le icone, la Madonna diventa in qualche modo anche strumento, tramite, via per approfondire il dialogo ecumenico e per favorire l’incontro interculturale oltreché interconfessionale. «Certamente, qui in Russia, e non saprei dire bene il motivo, la Vergine “Theotokos”, Madre di Dio, è uno strumento di dialogo anche con le comunità luterane e protestanti».

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