Ksenia e Irina, ucraine, sono arrivate a Bari da Napoli, appositamente per pregare e chiedere una grazia a San Nicola. Le porte della basilica però sono chiuse a causa del furto compiuto nella notte tra il 21 e 22 marzo: è stata violata la teca che contiene la statua del vescovo di Myra, simbolo dell'unione tra occidente e oriente. Quando le due donne apprendono la notizia, rimangono in silenzio.
Irina piange e si inginocchia comunque sulle scale. Un'immagine potentissima. "Volevo pregare per le figlie e i miei nipoti che vivono a Mariupol - dice -. Da quando è stata bombardata non abbiamo più loro notizie” (La Repubblica, 22 marzo).
La fuga di Ksenia
La guerra ha distrutto le loro casa, la vita le ha portate adesso in Italia, lontane dai loro affetti. Ksenia non ha notizie dei suoi cari dal 9 marzo. E’ arrivata in Italia cinque giorni fa in fuga dalla guerra. Mentre suo marito è rimasto a combattere Mariupol, una delle città più colpite dai bombardamenti. Una delle figlie sembra sparita nel nulla; un'altra sarebbe nascosta nei sotterranei della città martire di questa assurda guerra.
La festa dei 40 Santi
Avevano scelto di pregare il Santo di Myra in questa giornata particolare, il 22 marzo, in cui si celebra la festa dei 40 Santi in Ucraina. Volevano pregare nella cripta di San Nicola per proteggere i loro cari, ma sono rimaste sul piazzale della chiesa chiusa. Le loro preghiere sono strozzate dalle lacrime (www.trmtv.it, 22 marzo).
L’altra statua di San Nicola
Nella stessa piazza, di fronte all'ingresso della Basilica, c'è un'altra statua di San Nicola, donata anni fa dal presidente russo Putin alla città di Bari. "A quella statua non vogliamo neanche avvicinarci - dicono - perché l'ha regalata Putin, che sta uccidendo le nostre famiglie e distruggendo le nostre città" (Ansa, 22 marzo).