Il governo russo non vuole che papa Francesco accetti l’invito di Volodymyr Zelenski ad andare a in Ucraina. E ha fatto sapere in modo pressante al Vaticano che quel viaggio potrebbe provocare una tensione inedita nelle relazioni tra Mosca e la Roma papale.«Se visitasse l’Ucraina adesso, farebbe un favore non tanto a Zelenski ma agli Stati Uniti», sarebbe stato il messaggio dei collaboratori di Vladimir Putin, trasmesso alla Segreteria di Stato. E con parole insieme irritate e allarmate. A darne notizie è il Corriere della Sera (23 marzo).
Il Vaticano tra Kiev e Mosca
La posizione vaticana diventa delicata. Da una parte, prosegue il Corriere, Francesco ha fatto sapere di essere pronto a tutto pur di innescare un negoziato che fermi la guerra. Dall’altra, andare a Kiev verrebbe visto inevitabilmente come un appoggio oggettivo ai nemici di Putin da parte di una Santa Sede che ha tentato invano, finora, una mediazione. Senza schierarsi con l’Occidente, è vero, ma additando con nettezza le responsabilità di Mosca.
La difesa dell’Ucraina
La posizione sempre più critica nei confronti della Russia sarebbe attestata anche dalla recente seconda telefonata con il presidente ucraino Zelensky. Secondo quest’ultimo, il Papa si sarebbe espresso così: "Lui (il Papa ndr) ha detto parole molto importanti: 'Capisco che desiderate la pace e dovete difendervi'. Io ho risposto che il nostro popolo è diventato l'esercito quando ha visto il male che porta il nemico, quanto spargimento di sangue e devastazione lascia dietro di sé" (La Repubblica, 20 marzo).
Verso gli Usa
In questo contesto, un viaggio del Papa ai in Ucraina lo etichetterebbe come un uomo schierato contro Putin e, al contempo, critico con la chiesa ortodossa russa, che è vicina alle posizioni del premier russo. Per il Corriere, sarebbe visto come un passo falso. Lo schiaccerebbe, a sentire gli uomini del Cremlino, sull’Unione Europea ma soprattutto sugli Stati Uniti.