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Libro-intervista con i poveri: 16 cose su Francesco che non sapevate 

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i.Media per Aleteia - pubblicato il 25/03/22
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Che ami Teresa di Lisieux è arcinoto, ma l'Eneide? E Baudelaire? E Wagner? E quali sono i difetti principali di papa Bergoglio? Ve li dice lui.

Lo sapevate? La poesia preferita di papa Francesco è un testo di Verlaine. E la sua prima disillusione infantile fu il realizzare che suo padre non era il proprietario di tutte le automobili di Buenos Aires. Nel suo libro-intervista con i poveri di tutto il mondo (Des pauvres au pape, du pape au monde, Seuil), che compare in francese il 1º aprile 2022, si è lasciato andare ad alcune confidenze spontanee. Eccone un florilegio. 

Sui gusti del Papa 

1. La sua poesia preferita 

Sapete, io ho una parte malinconica, e amo molto ripetermi una poesia francese che riflette bene il mio cuore quando sono malinconico. È di Verlaine: «I lunghi singhiozzi dei violini dell’autunno feriscono il mio cuore di monotono languore…». C’è un altro poeta francese che amo molto: è Baudelaire coi suoi Fiori del male

2. Il suo libro preferito 

Amo i classici. Tra questi, il mio preferito è sicuramente l’Eneide. Ho letto anche molti autori moderni, ma i classici mi hanno formato di più. 

3. La musica che lo appaga di più 

Personalmente, quello che mi addolcisce, che mi “disarrabbia” e che mi calma è ascoltare musica. Più precisamente Wagner. 

4. Il suo santo preferito 

Santa Teresa di Lisieux. 

5. La sua dieta attuale 

Fino a tre anni fa mangiavo di tutto. Adesso, sfortunatamente ho una seria complicazione intestinale, una diverticolite acuta, e quindi devo nutrirmi di riso in bianco, patate lesse, pesce o pollo ai ferri. Cose semplici semplici… 

6. Il colore dei suoi pantaloni 

Due giorni dopo la mia elezione mi hanno detto: «Santo Padre, bisogna che Lei porti i pantaloni bianchi!». E ho risposto: «Mica faccio il gelataio». 

7. Il suo metodo di studio del tedesco 

Mi ricordi quei libri per imparare le lingue che si chiamavano “Assimil”. […] È così che ho cominciato a studiare il tedesco, ed è così che ci si introduceva in lingue nuove. 

8. Ciò che lo mette a disagio 

Quando cominciano a tessere le mie lodi mi sento a disagio, perché so che non è la verità. 

Quello che mi piace è stare vicino a persone che non devono fare di me una specie di divinità o venerarmi. 

Sul passato del Papa 

9. La sua prima disillusione 

Mi ricordo come se fosse ieri della mia prima disillusione riguardo a mio padre, o almeno la prima di cui abbia memoria. Dovevo avere cinque o sei anni. Mio padre mi aveva portato in clinica per un’operazione alle tonsille. All’epoca arrivava l’infermiere che ti prendeva, ti metteva seduto, ti teneva immobile, ti metteva tra i denti un affare che ti impediva di chiudere la bocca e poi con un paio di forbici… zac! Era proprio così. Sangue dappertutto. Neanche il tempo di gridare: ti portavano un gelato e con quello si dimenticava tutto. 

Quando siamo usciti dalla clinica, mio padre ha chiamato un taxi per tornare a casa. Quando siamo arrivati ha pagato il tassista. Ero interdetto… non potevo parlare perché mi faceva male la gola e dovevo mangiare il gelato per calmare il dolore, ma due giorni più tardi – quando ho ricominciato a poter parlare –, la prima cosa che ho detto a mio padre è stata: «Perché hai pagato il conducente?». Mi ha spiegato che era il lavoro di quell’uomo. Non credevo alle mie orecchie: «Come? Quella macchina non era tua?!». Nell’idealizzazione di mio padre, ero persuaso che fosse proprietario di tutte le automobili della città, e sapere che così non era fu la mia prima delusione sul tema. 

10. Un suo incidente automobilistico

Avevo guidato fino a una città a 250 km da Buenos Aires, cinque ore di strada, per una ordinazione sacerdotale. Sono andato a questa ordinazione, e quando è finita mi sono detto: «Adesso non mangio qui, sennò poi mi viene sonno», e sono ripartito. Mentre guidavo si è messo a piovere e a un tratto la macchina ha sbandato. Avevo poco più di cinquant’anni, e ho pensato: «Quando mi scade la patente, non la rinnovo». Mi era parso che quell’incidente fosse un segno. 

11. I suoi dubbi 

Non è che io abbia pensato di non poter più credere in Dio, ma in effetti mi è venuto da chiedermi “dov’è Dio?”. Fu un’esperienza difficile, oscura. Tutto sembrava sprofondare nell’ombra. Può essermi capitato nel momento del mio esilio da Buenos Aires in Germania, poi a Córdoba, in Argentina. Momenti molto difficili, sì, molto oscuri. […] Non mi sentivo al mio posto. Ho pregato, mi sono messo nelle mani di Dio, ho chiesto perdono e mi sono lasciato aiutare. 

Sulla vita spirituale del Papa 

12. La sua preghiera all’angelo custode 

Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me che ti fui affidato dalla pietà celeste. 

13. I suoi difetti principali 

Scalpito. Come dire… sono impaziente. Alle volte rispondo troppo in fretta. Alle volte mi sono creduto superiore agli altri e non ho avuto la pazienza di attendere. E sono sempre difetti legati al senso di autosufficienza, che è una radice molto amara e brutta: devo sempre tenerla d’occhio. 

14. Il suo confessore 

Mi confesso a padre Manuel, un francescano che mi ha telefonato proprio oggi. Ogni quindici giorni mi chiama e mi dice: «Sono passati quindici giorni». Poi viene e ascolta la mia confessione. Si chiama Manuel Blanco ed è spagnolo. È il superiore di una delle comunità francescane di Roma. 

15. Una domanda che si pone la sera 

Per quanto mi riguarda, quando la sera prego e cerco di fare il mio esame di coscienza – di vedere quel che è accaduto nella giornata, come l’ho vissuta –, mi torna sempre una domanda: l’ho vissuta degnamente? Con dignità? …E quando si parla di dignità si intende il senso della realtà delle cose, l’umiltà, il bisogno degli altri. 

16. Il suo più grande desiderio da Papa 

Direi spontaneamente: essere un buon prete. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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