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Star irachena di Tok Tok ammazzata perché si è convertita al cristianesimo

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 22/03/22
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L’omicidio nel Kurdistan iracheno, nei pressi di Erbil. La famiglia musulmana non tollerava le abitudini occidentali della ragazza, né il fatto che aveva deciso di chiamarsi Maria

Su Tik Tok dove aveva quasi 50mila follower e diffondeva messaggi di coraggio, lotta, emancipazione. Non esitava a mostrarsi mentre fumava, indossava vestiti “all’occidentale” e accusava: “Essere diversi, in Kurdistan, può causare la morte”. E’ così è stato per Maria, alias Eman Sami Maghdid. La star irachena di Tok Tok aveva 20 anni. Ha pagato con l’omicidio la sua conversione al cristianesimo e la sua voglia di vivere in modo “occidentale”. Non come voleva la famiglia musulmana. 

Lenti passi in avanti

Un episodio che conferma come il cammino di tolleranza e convivenza nel Paese, seppur bene avviato grazie anche alla visita lo scorso anno di papa Francesco e all’opera del patriarca di Baghdad il card. Louis Raphael Sako, sono ancora oggi un traguardo da raggiungere.

La dinamica dell’omicidio

Maria (aveva deciso di chiamarsi così e non più con il nome di battesimo) è stata massacrata a colpi di coltello. L’omicidio risale al 6 marzo. Il delitto è avvenuto nei pressi dell’aeroporto internazionale di Erbil, non distante da Ankawa, distretto a prevalenza cristiana di Erbil. Ad ucciderla sarebbe stato lo zio, con la complicità del fratello. In un primo momento era emersa la notizia dell’arresto di entrambi i presunti assassini, poi le Forze dell’ordine hanno parlato di un solo fermo (lo zio). 

La giustificazione dei familiari

Una fonte istituzionale di AsiaNews (20 marzo), che chiede l’anonimato per motivi di sicurezza, spiega che “dopo la conversione aveva scelto di farsi chiamare Maria”. I familiari “dicono che il cristianesimo non è la ragione” alla base dell’omicidio, legato invece “al fatto di voler vivere da sola, aver lasciato dopo quattro anni un marito che era stata costretta a sposare all’età di 12 anni, voler essere libera”. 

Corpo legato e gettato in strada 

Poi, Eman Sami Maghdid, “non voleva mettere il velo, non voleva più seguire le tradizioni islamiche” e questo avrebbe armato la mano dei parenti, fino ad ucciderla. “Anche il padre - prosegue la fonte - dicono sia un venditore di frutta e verdura, quando in realtà ha un ruolo di imam ed è una personalità religiosa ben conosciuta all’interno della comunità islamica”.

Hanno trovato il corpo - prosegue - legato da un nastro, gettato ai bordi della strada, con numerosi colpi di coltello”.

Molte conversioni “silenziose”

“Molti musulmani in questi anni - conferma la fonte di AsiaNews - sono diventati cristiani, ma la questione viene fatta passare sotto silenzio per non alimentare scontri e tensioni. Di tutta questa vicenda - conclude - restano la condanna di personalità cristiane, musulmane e governative curde per l’omicidio”.

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