Durante l'Incontro dei Vescovi e Sindaci del Mediterraneo del 26 febbraio scorso, l'arcivescovo Charles Scicluna ha analizzato brevemente il viaggio che Papa Francesco compirà a Malta il 2 e il 3 aprile.
In particolare, ha sottolineato l'importanza che il tema dei migranti dovrebbe avere in questo viaggio.
Il 2 e il 3 aprile, Papa Francesco visiterà Malta e Gozo. Come arcivescovo di Malta, come considera questa visita?
Arcivescovo Scicluna: Una visita del Santo Padre alle isole di Malta e Gozo è sempre un grande momento, qualcosa che il nostro popolo apprezza e attende con ansia. Questa visita è speciale perché era già stata annunciata nel 2020 e ha poi dovuto essere rimandata a causa della pandemia.
Sull'isola di Gozo, il Santo Padre parteciperà a una veglia di preghiera [la sera del 2 aprile, n.d.e.], e il giorno dopo celebrerà l'Eucaristia sull'isola di Malta. Durante il suo viaggio, ci saranno due momenti “speciali”: in primo luogo la visita alla grotta di San Paolo sull'isola di Gozo, radice e origine del nostro incontro con Gesù Cristo, e poi un incontro con un gruppo di migranti a Malta prima di tornare a Roma.
Questi due momenti importanti sono collegati?
Arcivescovo Scicluna: Sì, questi due momenti simbolici sono collegati. Gli Atti degli Apostoli parlano del comportamento dei Maltesi, duemila anni fa, nei confronti di 276 persone naufragate sull'isola. Il testo dice che mostrarono un'insolita umanità. Uno dei naufraghi era un prigioniero di nome Paolo. Portò su quest'isola la sua fede in Gesù Cristo, ma anche una benedizione di guarigione.
Oggi siamo tutti invitati a mostrare la stessa generosità a coloro che sono in pericolo di annegare nel Mediterraneo. Dobbiamo anche pensare di più alla solidarietà.
Di quale tipo di solidarietà parla?
Arcivescovo Scicluna: Abbiamo sicuramente la vocazione di mostrare solidarietà a chiunque; è quello che prevede la legge del mare, che ci chiede di salvare chi è in pericolo di annegamento. Abbiamo però anche bisogno della solidarietà dell'Europa per ricollocare la gente che arriva nella nostra isola. Il Regolamento Dublino II dice che la gente deve rimanere nel Paese europeo di arrivo, ma per Malta, un Paese piccolo, è sproporzionato rispetto alle risorse e alla forza.