La consacrazione di Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria, che papa Francesco farà il 25 marzo 2022, è un evento forte dal punto di vista simbolico. iMedia ne analizza tutte le dimensioni in sette punti.
1Che cosa significa consacrare un Paese?
Consacrare significa dedicare a uno scopo sacro. Il termine torna spesso nel vocabolario della Chiesa cattolica, sia per i luoghi (come le chiese) sia per le persone (religiosi o laici consacrati) e gli oggetti liturgici, sia ancora – cuore della fede cristiana – per l’Eucaristia.
Per devozione, ci si può anche consacrare personalmente (si parla allora di “consacrazione votiva”) a Cristo mediante Maria. Questo passo personale fu esteso, nel Medioevo, a delle città: Luigi XIII consacrò la Francia a Maria nel 1638, iniziativa di lì a poco imitata da vescovi o papi per paesi e luoghi definiti, oppure per il mondo intero.
2Che cos’è il “Cuore Immacolato di Maria”?
Quella al Cuore Immacolato di Maria è una devozione cattolica specificamente rivolto a un aspetto della santità della Madre di Dio, la sua purezza totale – confermata dal recente dogma che nel 1854 definì l’Immacolata Concezione.
Si tratta di una devozione piuttosto recente, anche se costruita a posteriori, nel XIX secolo, a partire dai principî mariologici di teologi medievali come sant’Anselmo di Canterbury e san Bernardo di Clairvaux. Essa conobbe una importante fioritura in Francia a partire dal 1830, con le apparizioni in Rue du Bac, durante le quali la natura immacolata dell’anima della Vergine sarebbe stata rivelata a santa Catherine Labouré. Fu però soprattutto con le apparizioni mariane di Fatima (in Portogallo), a partire dal 1917, che la devozione al Cuore Immacolato di Maria assunse un’ampiezza importante. Durante un’apparizione, la Vergine avrebbe dichiarato che per salvare gli uomini dall’inferno Dio desidera «stabilire nel mondo la devozione al [suo] Cuore Immacolato».
3Qual è il legame tra Fatima e la Russia?
Per comprendere questo legame, bisogna riprendere il seguito della rivelazione del 13 luglio 1917, nella quale l’apparizione avrebbe profetato «una notte illuminata da una luce sconosciuta», annunciatrice della punizione del mondo da parte di Dio «mediante la guerra, la carestia e le persecuzioni contro la Chiesa e il Santo Padre». Per impedire queste calamità e assicurare al mondo «un certo tempo di pace», la Vergine avrebbe domandato «la consacrazione della Russia al [suo] Cuore Immacolato», nonché una «comunione riparatrice» ogni primo sabato del mese.
4La consacrazione della Russia è stata effettuata?
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Pio XII – su richiesta di una delle veggenti di Fatima, Lucia – decise di consacrare il mondo al Cuore Immacolato di Maria. Sarebbero seguiti Paolo VI nel 1964, Giovanni Paolo II nel 1982 e poi, in comunione con tutti i vescovi del mondo, nel 1984. Infine, Francesco aveva ripetuto il medesimo atto il 13 ottobre 2013, all’inizio del suo pontificato.
La consacrazione del mondo del 25 marzo 1984 da parte di Giovanni Paolo II, in un contesto di guerra fredda, è stata soggetta a numerose polemiche di matrice complottistica: all’origine di queste, la scelta del Papa di non citare espressamente la Russia nella cerimonia di consacrazione, anche se essa era stata evocata in particolare nella richiesta. Sia come sia, la consacrazione specifica della Russia era stata già effettuata nel 1952 da Pio XII, come testimonia la sua lettera apostolica Sacro Vergente Anno. E comunque la veggente Lucia attestò che le condizioni richieste dalla Vergine erano state adempiute nel 1984.
5Perché tornare a consacrare la Russia, se è stata già consacrata?
Una “ri-consacrazione” è canonicamente possibile in questi due casi:
Per quanto riguarda la consacrazione programmata per il 25 marzo 2022, la Santa Sede non ha anticipato chiare precisazioni, e dunque può trattarsi di entrambi i casi. La Russia e l’Ucraina possono anzitutto essere viste come “sconsacrate” dalla guerra che le dilania. La cosa più probabile, tuttavia, è che papa Francesco voglia rinnovare le richieste d’intercessione fatte dai suoi predecessori, data la gravità della situazione attuale.
6Si è tenuti a prestarvi l’assenso della fede?
La prefazione alle “Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni”, del cardinale William Levada, il quale allora, nel 2011, era prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede, ricorda che la Chiesa non riconosce se non «l’evento Gesù Cristo» come «vertice della Rivelazione». Egli ricorda le parole di san Giovanni della Croce:
Il Sinodo sulla Parola di Dio, nel 2008, era stato occasione di toccare la «problematica delle esperienze legate a fenomeni soprannaturali nella vita e nella missione della Chiesa». Nella sua Esortazione Apostolica post-sinodale, Verbum Domini, Benedetto XVI precisava che nessuna «rivelazione pubblica» può essere riconosciuta come lecita dalla Chiesa, ma che una «rivelazione privata» può suscitare «nuove forme di pietà» e avere «un certo carattere profetico». «È un aiuto che ci viene offerto, ma del quale non è obbligatorio fare uso», precisava il papa tedesco, noto per il suo attaccamento al vincolo tra fede e ragione.
7Come è stato accolto questo annuncio?
L’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, primate della Chiesa greco-cattolica ucraina, ha reagito con una dichiarazione diffusa il 16 marzo, spiegando che si trattava di un «atto spirituale atteso da molto tempo dal popolo ucraino», non soltanto dall’inizio dell’attuale offensiva russa, ma dal principio della guerra nel 2014.
Ed ha ricordato che, durante l’apparizione del 13 luglio 1917, la Vergine aveva richiesto di fermare «gli errori della Russia, che provoca guerre e persecuzioni». Così ha poi dichiarato il capo spirituale della minoranza greco-cattolica ucraina, che raccoglie tra i quattro e i cinque milioni di fedeli:
Egli stesso aveva compiuto un atto di consacrazione dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria, il 23 ottobre 2016 a Fatima.
Da parte sua, mons. Paolo Pezzi, arcivescovo della diocesi di Mosca e presidente della conferenza episcopale della Federazione Russa, ha assicurato all’agenzia Sir di aver accolto con «grande gioia e gratitudine la decisione del Papa».
La Chiesa ortodossa russa non ha ancora commentato, per ora, la notizia.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]