Essendo esseri umani imperfetti, molto spesso i cattolici infrangono le risoluzioni o le promesse stabilite all'inizio della Quaresima. Può accadere a metà del periodo quaresimale, ma potrebbe accadere anche il primo giorno.
Alcuni cattolici si chiedono se questo rappresenti un peccato.
Purtroppo, non c'è una risposta chiara e definitiva a questa domanda. Tutto dipende da cos'è quello a cui si è rinunciato.
Se si è rinunciato a qualcosa di “buono”, come cioccolato o dolci in generale, rompere il digiuno non è in sé peccaminoso, a meno che non si raggiunga un grado tale da cadere nella gola.
Dall'altro lato, se si è scelto di rinunciare a qualcosa di “negativo”, come i pettegolezzi, allora infrangendo i propositi quaresimali si potrebbe peccare.
La chiave è la propria coscienza, che se è ben formata ci metterà in guardia quando pecchiamo contro Dio.
Se si è confusi al riguardo, è sempre bene consultare il proprio direttore spirituale o chiedere durante la Confessione al sacerdote, che sarà in grado di guidare e di porre le domande giuste per stabilire se infrangere le risoluzioni quaresimali sia un peccato o semplicemente una debolezza umana.
La Quaresima è un bellissimo periodo dell'anno per lavorare sulla disciplina spirituale, sforzandosi sempre di raggiungere la santità cristiana. Ad ogni modo, siamo umani, e la perfezione non è semplice.
La buona notizia è che se cadiamo, tutto quello che dobbiamo fare è permettere a Dio di risollevarci e riconoscere il Suo amore paterno per noi.