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La profezia del viaggio di Giovanni Paolo II in Ucraina (nel 2001) 

John Paul II Ukraine 2001

Giovanni Paolo II in occasione della sua storica visita in Ucraina, dal 23 al 27 giugno 2001.

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Marzena Wilkanowicz-Devoud - pubblicato il 15/03/22
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«Nessuno ha mai parlato tanto dell’Ucraina, nella storia», si ricorda lo storico Bernard Lecomte, che ha seguito la maggior parte dei viaggi di Giovanni Paolo II, fra cui la sua visita in Ucraina nel giugno 2001. Nel corso di questo storico viaggio, il papa polacco non ha cessato di richiamare agli Ucraini la loro identità nazionale ed europea. Frasi che assumono un senso particolarissimo a partire dall’offensiva russa il 24 febbraio.

«Ma che fa Giovanni Paolo II a Kiev?»: la domanda l’hanno posta numerosi abitanti della capitale ucraina, vedendo la papamobile risalire le strade della loro città fra sabato 23 e domenica 24 giugno 2001. 

Prevista da lunga data e attesa «da molto nella preghiera», la sua visita a Kiev, culla del cristianesimo russo, era sempre stata il suo sogno. 

John Paul II Ukraine 2001

Certamente Giovanni Paolo II sapeva di assumersi grandi rischi andandoci, tanto più in quanto il contesto politico dell’epoca era particolarmente agitato. Poche settimane prima, il primo ministro riformatore Victor Iuchtshenko era stato defenestrato, dopo un anno di crisi identitaria e politica al contempo. Quanto al presidente, Leonid Kutchma, sembrava definitivamente screditato nel Paese. 

La visita di Giovanni Paolo II assunse allora un senso radicalmente nuovo, quale «solo un Polacco vissuto sotto il regime comunista poteva avvertire, al di là di ogni attesa», come nota la saggista Anne Daubenton nel suo libro Ukraine, l’indépendance à tout prix (Buchet-Chastel). 

Nel momento in cui, infragilita da questa crisi, una parte degli Ucraini rimette in questione l’indipendenza del loro Paese, acquisita appena dieci anni prima, Giovanni Paolo II non esitò a ricordare che cos’è l’Ucraina. In un impeccabile ucraino, egli evocò il passato e le tradizioni del Paese vicino della Polonia. Citò alcuni dei più grandi poeti e scrittori, perfino intonando alcune canzoni popolari che fra gli stessi Ucraini molti avevano dimenticato. Imperturbabile, distillò così il suo messaggio sottolineando l’evidente vocazione europea dell’Ucraina: 

Un viaggio profetico 

Convinto del ruolo politico e religioso dell’Ucraina come “ponte” fra i “due polmoni” del vecchio continente (l’occidentale con l’Europa dell’Ovest e l’orientale con la Russia), Giovanni Paolo II avvertì immediatamente una prossimità spirituale con essa. 

John Paul II Ukraine 2001

Per Bernard Lecomte, autore di una biografia di Giovanni Paolo II tradotta anche in italiano, la missione del papa polacco non viene fuori come un fungo: Karol Wojtyła ha passato numerosi anni a Lublino, a due passi dalla frontiera ucraina, come professore di teologia. Per lui l’Ucraina era «il giardino accanto: era quasi casa sua, conosceva l’Ucraina meglio degli Ucraini». Lecomte prosegue illustrando a noi di Aleteia che 

Non è dunque senza contesto che Giovanni Paolo II ha impartito agli Ucraini un grande corso di storia. Prima di lasciare Kiev, il 27 giugno 2001, ha detto agli Ucraini questa frase sibillina: 

Oggi la dimensione profetica di questa frase di Giovanni Paolo II assume una dimensione tanto inattesa quanto impressionante. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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