In passato, nell'arte cristiana e nelle leggende pie le piante spinose simboleggiavano la sofferenza. L'esempio più familiare è ovviamente la Passione di Cristo, visto che sulla Croce aveva una corona di spine.
Le spine e il loro significato
Gli steli di cardo (Cynara cardunculus) erano usati nella cucina greca e romana, e sono rimasti un alimento popolare nella regione fino al XIX secolo. Nell'arte, la pianta allude alla necessità dell'uomo di lavorare per guadagnarsi il cibo dopo l'espulsione dal giardino dell'Eden, e quindi a lavorare pur nella sua inclinazione al peccato per raggiungere il cibo di salvezza – Gesù.
Un cardo facilmente riconosciubile è il cardo scozzese (Onopordum acanthium), che simboleggia la protezione. Si dice che gli eserciti che invasero la Scozia vennero contrastati dalla natura difensiva di questa pianta. L'Ordine del Cardo venne fondato nel 1540 dal re Giacomo V, che lo creò per sé e per 12 dei suoi cavalieri, “in allusione al Beato Salvatore e ai Suoi Dodici Apostoli”.
In una leggenda del re Carlo Magno, si dice che il suo esercito stesse morendo di peste quando un angelo gli apparve in sogno e gli disse di tirare una freccia in aria, sfamando poi i suoi soldati con la pianta su cui fosse caduta. Carlo Magno fece come l'angelo gli aveva ordinato, e la sua freccia cadde su una macchia con cardo mariano (Silybum marianum), rinominato quindi Cardo Santo. Fece quindi mangiare a tutti i suoi uomini quella pianta: si salvarono tutti e portarono avanti la battaglia per difendere la cristianità.
Storicamente, i monaci benedettini hanno considerato il Cardo Santo (Cnicus benedictus) una panacea. Si credeva che fosse particolarmente efficace nella cura del vaiolo. Cardo dai fiori gialli, è usato in medicina – per cure interne ed esterne – da più di duemila anni.
Spine e fiori sulla Sindone di Torino
Abbiamo letto nella Bibbia che la tortura subìta da Nostro Signore durante la Sua Passione è iniziata con la crudeltà ad opera dei soldati di Pilato. Furono quei bruti a dare a Gesù la Sua prima corona – quella di spine –, diventata, insieme alla croce, un simbolo della vittoria sul male. Sulla Sindone di Torino si trovano tracce Cardus e Gundelia tournefortii.
Gli esperti di scienze naturali hanno iniziato a esaminare la Sindone verso la fine del XIX secolo. Gli esperti botanici nel team di ricerca hanno trovato tracce di piante e granelli di polline che possono servire come indicatori stagionali e geografici.
Quattro piante sul sudario sono significative, perché, come riportano i ricercatori Danin e Baruch, “l'unione... si verifica solo in una piccola porzione della Terra, i monti della Giudea e il Deserto della Giudea in Israele, in prossimità di Gerusalemme”.
Gli esperti sono riusciti a identificare 36 specie di piante sulla Sindone. Hanno scoperto che quasi tutte le immagini floreali che restano sul telo, e la più alta concentrazione di pollini, erano nel punto in cui era deposta la testa del corpo.
I botanici hanno trovato vari fattori di particolare interesse per chi studia l'autenticità della Sindone, anche dubitandone. Ecco alcune delle loro scoperte:
In Quaresima, guardiamo le nostre debolezze, alla “spina nel fianco” che ci esorta ad affidarci al Signore, la cui prima corona è stata indossata sopportando una sofferenza indicibile per amor nostro.