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Il vescovo di Kharkiv: distribuisco viveri e convinco la gente a non scappare

Il vescovo di Kharkiv.

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 08/03/22
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Vasyl Tuchapets, esarca di Kharkiv: “La nostra terra è diventata un campo di battaglia”. Ed evoca la risurrezione di Cristo nel suo messaggio quaresimale

C’è un vescovo in Ucraina che tra un bombardamento e l’altro, consegna vivere e vestiti, e prova a convincere la gente a non andare via dalla loro terra. Tutto questo accade a Kharkiv, seconda città dell’Ucraina, accerchiata dall’esercito russa e impegnata in una strenua resistenza militare. 

La distribuzione dei viveri

Domenica 6 marzo, il vescovo Vasyl Tuchapets, esarca di Kharkiv, (seconda città dell’Ucraina) della Chiesa greco-cattolica ucraina, per diverse ore, insieme ai parrocchiani, ha distribuito aiuti umanitari ai residenti della città, sempre più martoriata dalla guerra. Dopo la Divina Liturgia, la distribuzione dei pacchi è avvenuta nella parrocchia di San Nicola. Fuori dalla chiesa, appena le persone hanno visto che il camion era arrivato, si è creata una lunga fila.

CHILDREN

“La strada è molto difficile”

Lunedì 7 marzo, sono stati distribuiti vestiti per bambini. Secondo quanto riportato dal Dipartimento di informazione della Chiesa greco-cattolica, il vescovo di Kharkiv non lascerà la città. «In generale, le persone resistono», ma, a causa dei continui bombardamenti, vivono nello stress e nel panico. «Non c’è altra opzione che andarsene, almeno fino a che la situazione non si calmerà. Alcuni residenti della città se ne sono andati. Ma io cerco di convincere la gente a non andare da nessuna parte, perché la strada è molto difficile», dice il vescovo. 

Il messaggio per la Quaresima

«Entriamo nella Quaresima 2022 nei giorni duri della prova nazionale», si legge nel messaggio pastorale che il vescovo ha rivolto ieri ad inizio di Quaresima. 

Un campo di battaglia

«La nostra terra è diventata un campo di battaglia dove nessuno si sente al sicuro - afferma il vescovo di Kharkiv -. Case e scuole sono in fiamme, bombe e missili nemici cadono sulle strade e il lavoro incessante di molte generazioni viene distrutto. La cosa più tragica è la morte delle persone. Centinaia di ucraini sono morti sul campo di battaglia e, ancora di più, sono i civili vittime di barbari bombardamenti. Milioni di persone cercano rifugio in luoghi più sicuri». Nel messaggio, il vescovo quest’anno invita a pensare che, nella morte e resurrezione di Gesù, «la vita ha già vinto. Una volta per tutte» (Agensir, 7 marzo).

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