Il Primate polacco, l'arcivescovo Wojciech Polak, ha dichiarato di essere disposto ad accogliere i rifugiati dell'Ucraina nella sua residenza. Chi fugge dalla guerra potrà trovare rifugio anche nei centri di ritiri dell'arcidiocesi.
“Se è necessario, sono disposto ad accettare i rifugiati sotto il mio tetto, nella residenza del Primate di Polonia. Cercherò di aiutare per quanto possibile”, ha affermato l'arcivescovo.
“Chiediamo alle parrocchie dell'arcidiocesi di Gniezno di unirsi a noi in questo aiuto sistematico. Si tratta, ad esempio, del fatto che i parroci informino della possibilità, sia per loro che per i fedeli, di accogliere i rifugiati. Vogliamo che sia tutto organizzato. Il coordinamento delle attività di aiuto è la sfida più grande per noi oggi”, ha aggiunto.
Nell'arcidiocesi di Gniezno, il coordinatore degli aiuti è il direttore per l'arcidiocesi della Caritas, p. Krzysztof Stawski.
Attraverso il formulario disponibile sul sito web caritas.gniezno.pl, chi desidera aiutare i rifugiati ucraini può dichiarare che tipo di aiuto è in grado di offrire. “È solo l'inizio, questi sono i primi giorni della guerra. Dobbiamo guardare a lungo termine. Servirà aiuto (...) calcolato per mesi, forse anche per anni”, ha sottolineato il primate.
“Per il momento abbiamo assicurato disponibilità nel seminario teologico di Gniezno, nel Centro di Educazione e Formazione vicino, nella Casa di Ritiri dell'arcidiocesi a Rościnno, negli edifici del santuario a Markowice. Ci sono anche case religiose pronte ad accogliere i bisognosi. Destineremo alle loro necessità presbiteri vuoti e altri edifici attualmente in disuso appartenenti alla Chiesa”, ha indicato p. Stawski.
Oltre all'organizzazione dell'alloggio, le parrocchie organizzano anche raccolte di cibo, medicinali, abiti, prodotti igienici e articoli di prima necessità.
Su richiesta di Caritas Polska, la Caritas dell'arcidiocesi di Gniezno sta cercando anche un centro vacanze o un'altra struttura simile che accetti bambini provenienti da orfanotrofi ucraini. In Polonia ne arriveranno circa 8.000. La Caritas non vuole separare i bambini dello stesso istituto, ricollocandoli tutti nello stesso luogo.
“C'è molto entusiasmo tra la gente, tanta disposizione ad aiutare. Abbiamo tanti segnali al riguardo, ed è incoraggiante e prezioso. Dobbiamo tuttavia ricordare che questi aiuti (...) non dureranno né un giorno, né una settimana o un mese. Possono richiedere molto più tempo, e quindi la determinazione e l'azione sistematica sono essenziali”, ha sottolineato il direttore della Caritas a Gniezno.