La chiesa di Santa Sofia in Via Boccea, a Roma, è dedicata alla Sapienza, uno dei sette doni dello Spirito Santo.
Il tempio fa oggi notizia perché è l'epicentro di una campagna di solidarietà spontanea che ha commosso i romani.
L'iniziativa è nata e cresciuta in pochi giorni grazie all'impulso delle reti sociali e all'entusiasmo del sacerdote ucraino Marco Semehen e dei fedeli.
La gente accorre per donare coperte, cibo e medicinali. Tutto verrà portato con dei camion direttamente a Kiev, o almeno alla frontiera con la Polonia, dove già 40.000 persone cercano rifugio in altri Paesi europei.
I volontari ucraini e italiani lavorano instancabilmente. La solidarietà ha riempito di vita la chiesa madre della Chiesa Greco-Cattolica d'Ucraina.
Domenica scorsa la comunità cristiana ucraina piangeva per la guerra durante la Messa, questa settimana i fedeli sembrano tutti formiche instancabili.
Familiari e amici sotto le bombe
Nella chiesa di Santa Sofia si può vedere in prima persona la carità si organizza senza rassegnarsi.
I volontari, a modo loro, cercano di non soccombere al dolore che paralizza pensando a familiari e amici rimasti in Ucraina, rifugiati in bunker, sotterranei e rifugi antiaereo.
Un corridoio di pochi metri separa il silenzio della chiesa dal ruimoroso vestibolo, dove ferve l'attività per aiutare gli Ucraini che non sono riusciti a fuggire dalla guerra.
Dalle lacrime all'azione
Per i cristiano greco-cattolici, domenica scorsa è stata la “Domenica del Perdono”. La basilica neobizantina si è riempita di fedeli per la Messa, e padre Semehen, rettore della chiesa e che vive a Roma dal 2004, ha raccontato che la gente pregava il Signore per la salvezza dei propri familiari che non erano riusciti a scappare dai bombardamenti.
“Abbiamo già fatto partire per Leopoli nei giorni scorsi due grossi furgoni con le prime offerte della nostra comunità”, ha riferito. “Ma non bastano e allora chiediamo aiuti ai romani. Speriamo di riempire un tir che è appena arrivato dall’Ucraina e sta rientrando. Siccome è vuoto, può portare ai nostri fratelli quello che serve. Speriamo possa arrivare in città, altrimenti lascerà tutto al confine con la Polonia”.
Dal canto suo, Caritas Roma, che ha promosso una campagna di raccolta fondi, ha anche inviato un messaggio via WhatsApp: «È possibile contribuire con donazioni al conto corrente postale 001021945793 intestato a Fondazione “Caritas Roma” – ONLUS (Via Casilina Vecchia 19), causale “Sostegno Ucraina”; bonifico bancario Banco Posta IBAN: IT 50 F 07601 03200 001021945793». La diocesi di Roma lancerà altre iniziative solidali.