Busto Arsizio-confine Ucraina-Polonia in 20 ore: è l’impresa compiuta da Don Giuseppe Tedesco. Il parroco è andato a prendere al confine con la Polonia otto profughi ucraini con un pulmino. Ha guidato per quasi una giornata intera, senza sosta. Ed è rientrato nella notte tra il 28 febbraio e l’1 marzo, a Busto Arsizio (Varese).
Chi c’era con Don Giuseppe
Con Don Giuseppe, c’erano alcuni volontari e i profughi ucraini, sei bambini, tra 9 e 15 anni, e una mamma con la neonata di 18 giorni tra le braccia. La notizia dell’impresa straordinaria di cui il sacerdote, parrocchiano della Chiesa di san Giuseppe, aveva parlato durante una domenica a messa si è diffusa rapidamente tra la gente. E a sorpresa, ad aspettare il pulmino in piena notte c’era anche il sindaco Emanuele Antonelli con la fascia tricolore (Agi, 1 marzo).
Erano tornati anche lo scorso Natale
Il legame tra Busto Arsizio e l'Ucraina è particolarmente stretto. I bambini che don Giuseppe ha portato in Italia provengono dall'area di Chernobyl. In passato sono già stati più volte ospitati in città, durante le vacanze estive e non solo. «Alcuni di loro erano tornati a trovarci anche a Natale, e quando li ho sentiti al telefono, terrorizzati dalle bombe, mi è subito venuta l'idea di intraprendere questo viaggio - continua il sacerdote a La Repubblica (28 febbraio) -. Ai miei parrocchiani ho chiesto innanzi tutto di pregare per la pace. Ma questo è un ulteriore concreto segno di vicinanza per persone che si trovano in difficoltà».
Pratiche in tempo record
Il commissariato di Polizia di Busto ha preparato a tempo di record i documenti necessari per consentire l'ingresso in Italia dei profughi ucraini. «I parrocchiani hanno indetto una raccolta fondi per finanziare il nostro viaggio e sono sicuro che altri aiuti economici arriveranno nei prossimi giorni - prosegue il parroco di San Giuseppe -. Non penso di fare nulla di eccezionale. Come avrei potuto lasciarli là con la guerra?».