Di Caterina Rizzo
I virus, in particolare quelli a RNA come i Coronavirus, cambiano costantemente attraverso mutazioni del loro genoma. Quando un virus ha una o più mutazioni rispetto al virus originale viene definito “variante”. Attualmente, sono state identificate diverse varianti del virus SARS-CoV-2, due delle quali sono definite come varianti preoccupanti:
Le altre varianti, alfa, gamma, beta e mu, continuano a essere monitorate, ma ora si stanno diffondendo molto di meno e destano quindi meno preoccupazione.
A chi deve essere somministrato il richiamo
Per rafforzare la protezione contro COVID-19 e le varianti circolanti, il Ministero della Salute ha raccomandato dosi aggiuntive e dosi booster di richiamo dei vaccini COVID-19 in diversi casi:
Soggetti immunodepressi o soppressi
Una terza dose aggiuntiva di un vaccino mRNA COVID-19 è prevista per i soggetti con sistema immunitario indebolito, come quelli che hanno subito un trapianto d’organo e/o sono in terapia immunosoppressiva.
Queste persone con un sistema immunitario indebolito potrebbero sviluppare una immunità non sufficiente a proteggerli anche dopo la vaccinazione con due dosi. Una dose aggiuntiva è quindi indicata per migliorare la loro protezione contro il COVID-19 e può essere somministrata dopo almeno 28 giorni dalla seconda dose di un vaccino mRNA COVID-19.
Soggetti che hanno completato il ciclo da almeno 5 mesi
una dose di richiamo detta booster è raccomandata dal Ministero della Salute per tutte le persone che si sono completamente vaccinate in quanto la risposta immunitaria si riduce
nel tempo. In tutti i soggetti di età superiore ai 18 anni, trascorsi almeno 5 mesi dal completamento della vaccinazione, è necessario effettuare una terza dose di richiamo con uno dei vaccini mRNA COVID-19 disponibili per migliorare la protezione contro il COVID-19.