Testimonianze drammatiche dai missionari cattolici in Ucraina: gli orionini annunciano che non faranno alcun passo indietro nonostante la guerra in corso. E resteranno tra Kiev, Leopoli, e le altre città dove sono ormai impegnati da decenni ad alleviare la popolazione in difficoltà. Non temono caos e bombe: la loro missione per ora prosegue.
Allarme e code di auto
Don Giovanni Carollo, direttore della provincia religiosa "Madre della Divina Provvidenza" da cui dipende la missione orionina in Ucraina, è in contatto da questa notte con i sacerdoti di Don Orione presenti a Kiev e a Leopoli. Le notizie che arrivano sono drammatiche.
Don Moreno Cattelan, che si trova a Kiev, riferisce che «è in vigore la legge marziale, si raccomanda di mantenere la calma e se suona l'allarme raggiungere i rifugi. Nella notte è stato bombardato l’aeroporto militare della città, situato nei pressi della casa orionina. Molte persone stanno lasciando la capitale formando lunghi incolonnamenti di auto. Non è semplice reperire carburante».
“A Leopoli scappano tutti”
«Anche a Leopoli (L’viv) sono suonate più volte le sirene, - fa sapere Don Fabio Cerasa - c’è un traffico pazzesco, perché tutti stanno scappando. Noi siamo qui in casa. I distributori di carburante sono presi d’assalto, così come i bancomat. L’aeroporto è stato già chiuso».
“I ragazzi disabili hanno solo noi”
Don Egidio Montanari, sempre da L’viv, riferisce che «l’attacco è su tutta la nazione, da questa mattina continuano a suonare le sirene antiaeree, non abbiamo ancora sentito esplosioni. Ma credo che ci sia un pericolo di bombardamento dell’aeroporto della città perché stanno facendo questo in varie città dell’Ucraina. Noi restiamo qui, non possiamo abbandonare il campo, la casa e soprattutto i nostri ragazzi disabili perché hanno solo noi. Vediamo come evolverà la situazione».
Nel frattempo, tra i missionari impegnati in queste ore difficili in Ucraina, si è deciso che Don Moreno Cattelan lascia Kiev per raggiungere i confratelli a L’viv, così da stare tutti insieme. Ma avendo solo metà serbatoio, si incontreranno a metà strada per poi rientrare a L’viv.
Le suore decidono di non rientrare in Polonia
Nella mattina del 24 febbraio, anche le Piccole Suore Missionarie della Carità (Don Orione) sono riuscite a mettersi in contatto con le suore che si trovano a Kharkiv, città tra le più colpite dall’attacco russo, e nella vicina Korotycz.
Suor M. Kamila da Kharkiv ha riferito che sono state svegliate nella notte dal rumore degli spari. La situazione è molto delicata. Il Cardinale ha chiesto alle Suore orionine delle due comunità di riunirsi tutte a Korotyc, perché ritenuta più sicura e dove tra l’altro le religiose hanno uno spazio sotterraneo che in caso di pericolo useranno come rifugio. Alle Suore, appartenenti alla provincia polacca, è stato chiesto se preferivano rientrare in Polonia. Ma tutte hanno scelto di rimanere accanto alle mamme, ai bambini e ai poveri che assistono. Come i sacerdoti orionini anche le suore hanno chiesto di pregare tanto.
Preghiere per la pace
I superiori generali dei Figli della Divina Provvidenza (Don Orione) e delle Piccole Suore Missionarie della Carità, don Tarcisio Vieira e Madre M. Mabel Spagnuolo hanno manifestato alle missionari e ai missionari orionini e alla popolazione ucraina la vicinanza di tutta la Famiglia Carismatica Orionina, assicurando preghiere per la pace.