Il 18 febbraio, Papa Francesco ha fatto avanzare tre cause di canonizzazione, sottolineando l'esempio di tre religiosi che hanno lottato con varie disabilità.
Il Pontefice ha spesso ricordato il valore delle persone disabili e come siano capaci di seguire Gesù e la via che ha tracciato per loro, e ha commentato questa realtà nel suo Messaggio per la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità 2021:
“Il Vangelo è anche per te! È una Parola rivolta ad ognuno, che consola e, nello stesso tempo, chiama alla conversione. Il Concilio Vaticano II, parlando della chiamata universale alla santità, insegna che «tutti coloro che credono nel Cristo, di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità [...]. Per raggiungere questa perfezione i fedeli usino le forze ricevute secondo la misura con cui Cristo volle donarle, affinché, […] si consacrino alla gloria di Dio e al servizio del prossimo» (Cost. Lumen gentium, 40)”.
“I Vangeli ci narrano che, quando alcune persone con disabilità hanno incontrato Gesù, la loro vita è profondamente cambiata e hanno iniziato ad essere suoi testimoni. È il caso, ad esempio, dell’uomo cieco dalla nascita che, guarito da Gesù, afferma con coraggio davanti a tutti che Lui è un profeta (cfr Gv 9,17); e molti altri proclamano con gioia ciò che il Signore ha fatto per loro”.
Ecco i tre religiosi nominati “venerabili” da Papa Francesco e le lotte che hanno affrontato.
Il religioso carmelitano italiano Immacolato Giuseppe di Gesù (Aldo Brienza, 1922-1989) è stato gravemente disabile per buona parte della sua vita, ed è stato ammesso alla vita religiosa solo attraverso una specie dispensa della Santa Sede. Allettato per decenni, ha offerto la sua sofferenza “in unione con Gesù” per il bene della Chiesa e della sua famiglia spirituale.
La suora brasiliana Benigna Victima de Jesus (Maria Concetta Santos, 1907-1991), della Congregazione delle Suore Ausiliatrici di Notre-Dame-de-la-Pitié, ha affrontato il razzismo ed è stata ridicolizzata per la sua obesità, dovuta a squilibri ormonali. Era nota per il suo senso dell'umorismo e la sua autoironia, e per la devozione nei confronti di poveri ed esclusi.
Anche la suora spagnola Juana Méndez Romero, nota come “Juanita” (1937-1990), ha avuto una vita segnata dalla disabilità. Paralizzata dopo aver contratto il tifo durante l'infanzia, aveva ottenuto il permesso di unirsi alla Congregazione delle Suore Operaie del Cuore di Gesù. Con il solo uso della testa e delle mani riusciva a gestire missioni catechetiche, e aveva una fitta corrispondenza con i missionari.