È stata una preghiera bizzarra – non era nemmeno febbraio –, ma in un momento di disperazione l'ho espressa. “Perché non preghi per un Valentino?”, aveva detto.
Avevo fatto visita a un'amica lamentando la confusione della mia vita – la mia instabilità come giovane insegnante, l'irrequietezza del mio cuore, che anelava a donarsi totalmente nella chiamata per cui sapevo di essere stata fatta ma di cui non vedevo la realizzazione. E questa era l'idea che lei aveva per me.
Avevo pregato in precedenza – ogni sera accanto al letto snocciolavo un'Ave Maria e un Padre Nostro –, e visto che da adolescente assistevo a Messe e a campi cattolici, ho preso più seriamente una conversazione intenzionale con Dio. In genere Gli chiedevo di aiutare la gente malata che conoscevo, pregavo per la pace del mondo, per la fine dell'aborto..., ma non ho mai sentito una risposta diretta alla mia preghiera – la certezza che Dio mi avesse ascoltato e mi rispondesse in un modo tangibile.
E allora mi sono inginocchiata, un po' scettica e comunque curiosa di quello che sarebbe successo chiedendo a Dio un “Valentino”. Era una supplica per sperimentare un po' del Suo amore, un piccolo bacio dal Cielo. Cos'è accaduto? Niente fulmini, né voci tonanti. E allora ho aspettato.
Non ho dovuto attendere molto prima di trovarmi nella mia parrocchia pera una sera di adorazione e Confessione. Ed è qui che le cose diventano interessanti. C'era un nuovo sacerdote in città... padre Valentine!
“È uno scherzo!”, mi sono detta mentre esponeva il Santissimo Sacramento. Sembrava una risposta piuttosto ovvia alla mia richiesta – un amore personale per il mio cuore arguto!
Col passare del tempo, la risposta è diventata più chiara, e ho trovato il nostro Signore Eucaristico che sussurrava forte dentro di me. “Sii mia” era il chiaro invito che Gesù mi rivolgeva. “Appartieni completamente a me come mia Sposa”.
P. Valentine è stato semplicemente lo strumento che mi ha portato a Colui il cui amore non conosce confini o condizioni, che non fugge mai ma è sempre disponibile – l'amore che è davvero dare la vita. Egli è mio e io sono Sua. Ricordando tutto questo, ogni anno alla festa di San Valentino mi viene da sorridere.
Come un buon padre, Dio vuole provvedere alle necessità dei Suoi figli... E a volte i Suoi figli hanno solo bisogno di un po' di divertimento
Quando ero una novizia, abbiamo avuto un serio caso di “malinconia di febbraio” dopo la fine delle feste di Natale e l'arrivo del vero freddo invernale. Visto che la stagione era stata più marrone che bianca, una novizia zelante ha deciso di comporre una “Snowvena” – nove giorni di preghiera (una novena) “per il dono della neve (in inglese snow), per la gloria dei Tuoi figli”. Le novizie speranzose trascorrevano il tempo liberando il pendio da rocce e bastoni per prepararsi alla tempesta di neve. Le previsioni settimanali iniziali sembravano quantomeno dubbiose sul fatto che si sarebbe verificata, ma le novizie con una speranza più salda misero un foglietto sul frigorifero con ipotesi su quanta neve sarebbe arrivata. Le scettiche scommettevano su 3-5 centimetri, ma quelle più fiduciose puntavano su più di 30. Non era neanche finita la novena che le raffiche hanno cominciato a scendere dal cielo, imbiancando il pendio. Le novizie hanno tirato fuori i loro slittini piene di gioia per quel vero dono del Padre Celeste che si diletta del semplice fatto che Gli chiediamo qualcosa.
Dio ascolta sempre quando Gli parliamo. Siamo noi che spesso non ci fermiamo abbastanza per ascoltare la Sua risposta. Quando Gli diamo la nostra attenzione, è sempre pronto a dirci “Ti voglio bene. Sono con te. Smetti di guardare ai tuoi problemi e guarda Me”.
E il Suo tempismo è perfetto, ma visto che oggi siamo abituati a messaggi istantanei e a risultati immediati, spesso sembra che ci voglia una vita. Mi piace inserire tutto nel contesto. Dopo circa 6.000 anni di preghiere fiduciose di aspettativa messianica del popolo di Israele, chi siamo noi per reclamare risposte in base al nostro gusto? Potremmo forse dover passare il testimone delle nostre preghiere alla generazione successiva, non vivendo abbastanza per vederne la realizzazione in questa vita, ma nessuna preghiera va mai sprecata. Dio è fedele, e ci risponde quando ci rivolgiamo a Lui. La maggior parte di noi soffre di una grave forma di miopia per quanto riguarda la fede – la nostra vista è limitata a quello che ci sta proprio davanti. La verità, però, è che Dio vede al di là dell'orizzonte imposto da questo mondo. Nella Sua infinita creatività, può trarre grandi risultati dal nulla, creare grandi banchetti da avanzi appassiti. Non c'è problema che non possa trasformare in bellezza, ed è con noi anche in mezzo ai problemi.
La preghiera ci cambia
La preghiera ci cambia. L'atto stesso di pregare esprime e intensifica la nostra fede. Ricordo di aver conosciuto la vita del beato Solanus Casey mentre eseguivo il discernimento sulla vita religiosa. Un'altra persona del Wisconsin che era entrata nella Vita Eterna il giorno in cui io ero venuta a questo mondo – avevamo molto in comune. Man mano che imparavo la spiritualità di questo Cappuccino, sono stata spinta ad adottarla. “Grazie a Dio in anticipo” non era presunzione, ma l'espressione della fede reale in chi è Gesù. All'inizio provavo un po' di apprensione. La mia fede è così audace? Non volendo rimanere delusa, c'era la tentazione di chiedere piccole cose anziché miracoli, ma quando guardiamo negli occhi di Gesù, quando mettiamo le nostre necessità nelle Sue mani, ci aspetta solo amore. Non dobbiamo temere nulla. Egli ci invita a credere in modo più completo... a chiedere di più. Gesù desidera la nostra fiducia totale.
Santa Teresa di Calcutta ha detto: “La preghiera amplia il cuore fino a renderlo capace di contenere il dono di Sé di Dio”. Egli legge tra le righe delle nostre preghiere... le nostre richieste di lavoro, casa, amici e salute. Conosce i nostri desideri più profondi, e solo Lui può realizzarli. Quando ho iniziato a ringraziare Dio per avermi fatto comprendere chiaramente il Suo progetto per la mia vita, mi sono ritrovata a credere più pienamente che Egli era quello che diceva di essere... onnipotente e il bene totale.
Dio vuole il meglio per noi. Desidera il nostro bene. È la vera definizione dell'amore, e come dice Il problema della sofferenza,
“Il nostro bene è amare Lui... Siamo invitati a 'indossare Cristo', a diventare come Dio. Che ci piaccia o no, Dio vuole darci ciò di cui abbiamo bisogno, non quello che pensiamo di volere. Ancora una volta, siamo imbarazzati di fronte a questo enorme dono; per il troppo amore, non per il troppo poco”.
La grazia mi ha permesso di vedere che anche i momenti difficili possono essere una risposta alle preghiere che ho pronunciato. Ho pregato per l'umiltà il giorno in cui ho rotto la finestra o ho chiuso le chiavi in macchina, ma, cosa migliore di tutto, ogni volta che preghiamo per essere uniti a Gesù, per essere santi... ogni volta che il nostro cuore viene mosso per offrire completamente la nostra vita a Dio, beh... ci prende in parola! La cosa che spesso dimentichiamo è che la ricetta evangelica per la felicità, la via per l'intimità con Gesù, è la regale Via Crucis.
Può volerci una vita per comprendere la risposta di Dio alle nostre richieste... forse solo nella Vita Eterna arriveranno le risposte. E allora non conteranno più, perché ci immergeremo in Lui – in Lui che È la Risposta – la Via, la Verità e la Vita. È l'amore divino, la ricerca tenace dello sposo che non si ferma davanti a niente per mostrare il Suo amore, al punto da donare la propria vita.
La primavera scorsa, mentre mi preparavo a rinnovare i miei voti, ho pregato nuovamente per un “Valentino”. Forse non in quei termini, ma volevo che il Signore mi rinnovasse nel Suo amore. Non sapevo come avrebbe fatto, ma confidavo nel mio Sposo e nelle Sue trovate. La mia penitenza alla Confessione è stata tirar giù dallo scaffale un certo libro - The Fulfillment of All Desire (La Realizzazione di Ogni Desiderio), e quando l'ho preso è caduta un'immagine del Sacro Cuore di Gesù – la festa in cui avrei rinnovato i miei voti! E non era solo un'immagine. Era la mia “immagine di Gesù”, quella che ornava il mio tavolino di preghiera nella mia stanza quando ero bambina. Sapevo che era il Suo modo per ricordarmi che in tutti questi anni mi è stato fedele. Solo Lui può realizzare i desideri più profondi inscritti nel mio cuore fin dall'inizio.
E sul retro dell'immagine c'era una bellissima citazione dell'ex Superiore Generale gesuita p. Pedro Arrupe:
“Nulla è più pratico che trovare Dio, che innamorarsi in un modo assoluto, definitivo. Quello che ami influirà su qualsiasi cosa. Deciderà quello che ti farà scendere dal letto al mattino, quello che farai con le tue serate, come trascorrerai i tuoi fine settimana, quello che leggi, quello che sei, cosa ti spezza il cuore e cosa ti riempie di gioia e gratitudine. Innamorati, resta innamorato, e questo deciderà tutto”.
Mi ha fatto innamorare e ho detto “Sì”.
In questo periodo in cui si festeggia l'amore... lasciatevi amare eternamente.