di Sandra Estrada
In questi anni di pandemia, ci sono stati momenti molto difficili a livello emotivo. Non riuscivo a concentrarmi sulla preghiera, mi costava avere fede e non ero in grado di discernere come prima.
I momenti di cambiamento sono così. Entrare all'università, trasferirsi, un nuovo lavoro, vivere la morte o la malattia di un familiare, una gravidanza, una rottura amorosa... I cambiamenti ci fanno sentire deboli, e a volte è come se Dio fosse lontano.
Ho meditato su San Giuseppe e su tutte le situazioni che ha affrontato. All'improvviso Maria gli ha detto che era incinta, e Giuseppe ha iniziato a porsi mille domande: è bene o male rimanere con lei? Maria è una brava donna o no? Deve rimanere o andar via? Questo è il progetto di Dio o no?
Quanto è difficile! Giuseppe non poteva rispondere a tutti quei dubbi ed è andato a dormire. A dormire! Non a pregare! Giuseppe non è andato immediatamente a discernere facendo una lista di pro e contro.
Non è andato a un ritiro spirituale. Non è rimasto a conversare con Maria. È andato a dormire. Non ce la faceva più. Immagino che sia stato uno dei momenti più complicati della sua vita. E pensando a lui ho tratto queste lezioni che vorrei condividere con voi.
Lasciarsi aiutare
In mezzo alla sua disperazione, anche dormendo, Dio lo cerca. Lo cerca e gli risponde. A volte crediamo che Dio si infastidisca e ci punisca perché non sappiamo confidare, pregare e discernere quando la vita diventa difficile.
“Quelle persone che cercano Dio solo quando hanno problemi...” a volte siamo noi. E non succede niente, anche se possiamo sempre migliorare. Dio comprende le nostre necessità.
Dio cerca il modo di accompagnarci anche se siamo sfiduciati, o se l'unica cosa che riusciamo a fare è andare a dormire, o piangere, vedere la televisione o mangiare.
Anche quando ci ritiriamo in quegli angoli in cui in genere evadiamo dalla realtà perché ci sentiamo soli. Dio viene da noi. Lasciamoci aiutare da Lui.
Lasciare il cuore aperto
Un'amica mi diceva: “Quando vedo dei film, chiedo a Dio che mi parli attraverso di loro”. Vi sembra estremo? Io lo ritengo molto bello, perché Dio, che è onnipotente, non si limita per la nostra debolezza.
Ci conosce, e come Padre e amico non deve chiederci spiegazioni, sa già dove siamo e di cosa abbiamo bisogno: “Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliele domandano!” (Mt 7, 11).
A volte Dio ci parlerà mentre passeggiamo, a volte in un amico, a volte in una canzone. Tenete il cuore aperto all'aiuto di Dio. Vivete alla Sua presenza. Si manifesterà.
Ringraziate per quanto ricevuto
Il segreto è, una volta superati quei momenti, prendersi il tempo per ringraziare umilmente. Ringraziate per la grande misericordia di Dio, che ci raggiunge sempre. Ringraziate per le difficoltà vissute e custoditele nel cuore, per affrontare le crisi successive con più fiducia e sicurezza:
“Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. 38 Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, 39 né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 8, 37-39).
Custodire nel cuore la lezione imparata
Sant'Ignazio di Loyola raccomandava di riconoscere cosa ci provocava “desolazione” e ci portava alla mancanza di fede, di speranza e di carità. Può essere che dormiamo poco, parliamo meno con la guida spirituale, consultiamo molto le reti sociali, trascorriamo poco tempo in calma. Tutto questo influisce su come ci sentiamo e quindi come rispondiamo alla vita.
Riconoscete questi momenti. Custodite queste lezioni nel cuore per vivere meglio, e per ricorrervi in caso di bisogno. E quando la memoria mancherà e cadrete nella disperazione, siano un promemoria dell'amore di Dio. Un Dio che è morto d'amore per noi.