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Il vescovo di Bergamo sospende il prete promotore del “cammino” no vax

prete no vax bergamo

Don Emanuele, il prete no vax sospeso dal vescovo.

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 10/02/22
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Il vescovo ha intrapreso tre azioni nei confronti di don Emanuele Personeni, per "scoraggiarlo" dall'idea di fare questo "pellegrinaggio" contro obbligo vaccinale e Green Pass in tutta Italia

Linea dura del Vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, che interviene sulla vicenda del prete no vax don Emanuele Personeni, vicario parrocchiale di Mapello. Venerdì 11 febbraio, don Emanuele intraprenderà un cammino per diffondere e sostenere la propria posizione contro obbligo vaccinale e Green Pass. L’annuncio di questo “pellegrinaggio” tra le parrocchie d’Italia aveva sollevato diverse posizioni contrarie.

Il Vescovo di Bergamo ha intrapreso così tre azioni, scrive Bergamo News (10 febbraio): non condivide l’iniziativa e il cammino di don Personeni, nessuna parrocchia è autorizzata a concedergli spazi pastorali e lo solleva dall’incarico di vicario parrocchiale di Mapello. Il vescovo non ha rilasciato ulteriori dichiarazioni.

BERGAMO

La lettera di don Matteo

Un confratello della diocesi di Bergamo, don Matteo Cella, parroco di uno dei comuni “epicentro” della prima gravissima ondata di covid, Nembro, aveva invitato don Emanuele Personeni a non presentarsi in "pellegrinaggio" nella Val Seriana, dove la sua «crociata» sarebbe inaccettabile. Don Matteo lo aveva scritto pubblicamente in un post sul suo profilo Facebook

«Quella che sostieni non è una battaglia di libertà – sostiene don Matteo, rivolgendosi al prete no vax - ma la difesa dell'egoismo di chi, per chissà quale assurda ragione, decide di non contribuire a combattere l'unico comune nemico: il virus. È un atteggiamento incivile nel senso letterale della parola». 

“Il vaccino l'avrebbero preso volentieri”

«In una comunità che ben conosce cosa significa la pandemia - ha aggiunto Don Matteo - queste prese di posizione suonano come un'offesa verso chi ha sofferto e nei confronti di chi è morto a causa del virus: loro il vaccino l'avrebbero preso volentieri. Francamente non trovo una grande diversità tra il tuo messaggio e chi ha imbrattato il muro del cimitero con frasi farneticanti contro la vaccinazione. Mi è sembrato giusto comunicarti il mio pensiero in modo diretto. Sicuramente ci sarà una presa di posizione pubblica mia e probabilmente di altri nei prossimi giorni anche perchè è inaccettabile che questa crociata sia combattuta come "prete della diocesi di Bergamo"».

Non è l’unico caso

Don Emanuele Personeni, insieme a don Alessandro Nava e don Andrea Testa, sacerdoti di Ambivere, Mapello e Valtrighe, sono i tre sacerdoti no vax della diocesi di Bergamo, finiti già da alcuni mesi nell’occhio del ciclone per aver propagandato le loro idee anti vaccino e anti green pass nelle rispettive comunità parrocchiali. E’ stato chiamato in causa anche il vescovo, che finora non si è ufficialmente pronunciato. Ed è stata sottoscritta, da alcuni cittadini, una petizione per il loro allontanamento (Prima Bergamo, 4 febbraio).

Nuove minacce al vescovo di Teano

Il fronte no vax, intanto, sta diventando sempre più aspro e violento anche nei confronti di un altro prelato. «Mi stanno tempestando di insulti e cattiverie di ogni tipo. Arrivano messaggi fotocopia con la parola “Vergogna”. L’epiteto più gentile che mi hanno rivolto è che sono un “venduto” come gran parte dei preti e dei vescovi, a cominciare dal Papa».

Monsignor Giacomo Cirulli, 69 anni, pugliese di Cerignola, è vescovo delle diocesi di Teano-Calvi e Alife-Caiazzo, nell’alto Casertano, che comprende un territorio di circa 140 mila abitanti per un totale di 116 parrocchie. L’8 gennaio scorso ha emanato un decreto con il quale, davanti alla recrudescenza della pandemia, proibisce la distribuzione dell’Eucaristia da parte di sacerdoti, diaconi, religiosi e laici non vaccinati e sospende, per il momento, tutte le attività pastorali in presenza. Per questa decisione ha subito diverse minacce, arrivate anche sui canali social della diocesi, tanto che nei giorni scorsi gli agenti della Digos della Questura di Caserta si sono recati in Curia per acquisire maggiori informazioni.

“Problema sottovalutato, c’è uno scisma in atto”

Famiglia Cristiana (10 febbraio) gli chiede come si sente dopo tutte queste minacce. Monsignor Cirulli è categorico: «Vado dritto per la mia strada, però bisogna fare una riflessione molto seria. Si tratta di fedeli che vanno a Messa e prendono regolarmente i sacramenti, ma non riconoscono l’autorità del Papa e dei vescovi. Forse c’è una sottovalutazione di questo fenomeno che delinea che c’è uno scisma in atto».

«Se persino alcuni sacerdoti - osserva - non solo non riconoscono l’autorità del Papa e del vescovo, ma li attaccano in maniera offensiva, come dovrei chiamarlo?».

“Prudenza e buonsenso” 

Cirulli è stato il primo vescovo in Italia che ha proibito di distribuire l’Eucarestia ai preti no vax. «La gente ha protestato con me perché in alcune parrocchie diversi sacerdoti, diaconi e laici che hanno scelto di non vaccinarsi distribuivano regolarmente la Comunione. Ho deciso di intervenire - conclude a Famiglia Cristiana - non per escludere ma per tutelare e salvaguardare la salute non solo dei fedeli, ma anche di chi non si è vaccinato. Mi sembra una decisione di prudenza e buonsenso. Lo dico anche da medico e non solo da pastore».

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