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A cosa serve essere cristiano per tradizione se poi non lo sei realmente?

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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 07/02/22
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Spesso capita che tutta la nostra fede diventi solo la somma di tante tradizioni umane che sono lodevoli, belle, interessanti ma che a volte mancano il bersaglio sulla cosa che conta di più: il comandamento di Dio.

Vangelo dell'8 febbraio 2022

Allora si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme.  Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame - quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto:
Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano essi mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini
.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E aggiungeva: «Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre, annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».

(Marco 7,1-13)

Il Vangelo di oggi ci mette davanti a queste parole lapidarie di Gesù che dovrebbero davvero essere un esame di coscienza non solo per ognuno di noi, ma anche per le nostre comunità e le nostre esperienze ecclesiali.

Infatti sovente capita che tutta la nostra fede diventi solo la somma di tante tradizioni umane che sono lodevoli, belle, interessanti ma che a volte mancano il bersaglio sulla cosa che conta di più: il comandamento di Dio.

Infatti a cosa servono le nostre tradizioni se poi ci dimentichiamo di amare il prossimo, noi stessi o Dio stesso? Non è forse vero che certe volte Gesù, o i santi, sono solo il pretesto per fare cose nostre in cui non entra per nulla la logica del Vangelo?

E così siamo “tradizionalmente” cristiani ma poi non lo siamo “realmente”. Gesù disse una volta nel Vangelo che “l’albero lo si riconosce dai frutti”. Dovremmo stare sempre molto attenti a non confondere i frutti con le foglie.

Possiamo ostentare il cristianesimo così come un albero ostenta le sue foglie, ma la vera prova che stiamo vivendo la fede cristiana è nei frutti. Questo sarebbe un buon discernimento da fare con lealtà per capire ciò che va tenuto e difeso, e ciò di cui possiamo tranquillamente fare a meno, o almeno evangelizzarlo di nuovo.

Infatti non dobbiamo per forza buttare tutto, dobbiamo però far incontrare tutto con il fuoco del Vangelo.  

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