Papa Francesco invita suore e consacrate «a lottare quando vengono trattate ingiustamente, anche all'interno della Chiesa. Quando il loro grande servizio viene ridotto a servitù, e a volte da uomini di Chiesa». Con queste parole il pontefice apre il mese di febbraio sulla Rete Mondiale di Preghiera.
Missione e coraggio
Nel video, reso noto dalla Sala Stampa della Santa Sede, si rivolge a «religiose e consacrate» invitando la comunità cristiana a ringraziarle «per la loro missione e il loro coraggio, affinché continuino a trovare nuove risposte di fronte alle sfide del nostro tempo».
“Non si scoraggino”
Il messaggio nel video - «Non si scoraggino - afferma il Papa - continuino a far conoscere la bontà di Dio attraverso le opere apostoliche che compiono. Ma soprattutto attraverso la testimonianza di consacrazione».
Le donne nella Chiesa
Francesco esorta le donne nella Chiesa «a discernere e a scegliere ciò che è bene per la loro missione di fronte alle sfide del mondo che stiamo vivendo. Le esorto a continuare a lavorare e a operare con i poveri, con gli emarginati, con tutti coloro che sono schiavizzati dai trafficanti; in particolare, chiedo loro di concentrarsi su questo» (TgCom, 1 febbraio).
Le suore lavoratrici sfruttate
Servizio, non servitù. Lo scorso ottobre Donne Chiesa Mondo, il mensile dell’Osservatore Romano coordinato da Rita Pinci, aveva raccontato in un’inchiesta la realtà di suore che lavorano per preti, vescovi, cardinali, diocesi, scuole e cliniche cattoliche, e lo fanno senza orari né diritti né contratti.
Del resto la questione femminile, e l’assenza quasi totale delle donne nei posti di responsabilità e comando nella Chiesa, sarà uno dei temi centrali nel Sinodo già iniziato nelle diocesi del mondo e che si concluderà in Vaticano nel 2023 (Corriere della Sera, 1 febbraio).
“Amari”
Il Papa, celebrando la Messa nella Basilica vaticana per la XXVI Giornata della Vita Consacrata, è tornato sul tema della vita consacrata, ma da un altro punto di vista critico.
Il pontefice ha indicato a sacerdoti e suore la ricetta per un autentico «rinnovamento» e li ha invitati a mettere da parte «lamentele» («è triste vedere consacrati e consacrate amari», dice) come pure atteggiamenti di presunta «superiorità» sempre alla ricerca di «successo» e risultati.
Uno “spreco”
«Quale visione abbiamo della vita consacrata? - si è domandato il Papa -. Il mondo spesso la vede come uno “spreco”, una realtà del passato, qualcosa di inutile. Ma noi, comunità cristiana, religiose e religiosi, che cosa vediamo? Siamo rivolti con gli occhi all’indietro, nostalgici di ciò che non c’è più o siamo capaci di uno sguardo di fede lungimirante, proiettato dentro e oltre? A me fa tanto bene vedere consacrati e consacrate anziani, che con occhi luminosi continuano a sorridere, dando speranza ai giovani. Pensiamo a quando abbiamo incontrato sguardi simili e benediciamo Dio per questo. Sono sguardi di speranza, aperti al futuro».
Lo Spirito Santo e lo spirito del mondo
«Da chi ci lasciamo principalmente muovere: dallo Spirito Santo o dallo spirito del mondo? - ha chiesto il Papa -. È una domanda su cui tutti dobbiamo misurarci, soprattutto noi consacrati. Mentre lo Spirito porta a riconoscere Dio nella piccolezza e nella fragilità di un bambino, noi a volte rischiamo di pensare alla nostra consacrazione in termini di risultati, di traguardi, di successo: ci muoviamo alla ricerca di spazi, di visibilità, di numeri» (Avvenire, 2 febbraio).