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Ma perché san Paolo fabbricava tende… anche quando evangelizzava? 

Johan Sadeler (copia di Joos van Winghe), Paolo in casa di Aquila e Priscilla

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Philip Kosloski - pubblicato il 01/02/22
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Per esercitare il proprio ministero senza costituire un peso finanziario, san Paolo praticava il mestiere di tessitore, che aveva appreso nella sua città natale.

Conosciamo fondamentalmente poche cose, della giovinezza di san Paolo. Quel che è certo è che conosceva il mestiere di tessitore, una specialità di Tarso, sua città natale. Negli Atti degli Apostoli, Luca accenna ai talenti di Paolo. 

Frederic Farrar (1831-1903), teologo anglicano, precisa in una delle sue opere su san Paolo che Tarso era nota per la sua produzione di tende. Gli abitanti filavano la lana caprina e la tessevano per farne fili, spaghi e corde. Poi a partire da questi materiali fabbricavano tele di tende o altri tessuti. L’uso specifico delle sue tende resta comunque misterioso. 

Paolo non praticava questo mestiere per diventare ricco, ma per avere un “lavoro di soccorso”: ove mai fosse rimasto solo, si sarebbe comunque potuto sostentare. Imparare il mestiere dei genitori era molto importante, nella cultura giudaica dell’epoca. Durante i suoi viaggi, san Paolo fabbricava tende per non essere di peso alla comunità che lo accoglieva. 

L’apostolo delle genti accordava poi un’importanza particolare al lavoro: è in esso che l’uomo trova la dignità e l’umiltà. Tramite queste, poi, egli si avvicina a Dio. Paolo non esitava del resto a criticare i pigri. La professione fu utilissima a Paolo nel corso della sua vita: fu un supporto importante per la sua missione di evangelizzazione. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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