Conosciamo fondamentalmente poche cose, della giovinezza di san Paolo. Quel che è certo è che conosceva il mestiere di tessitore, una specialità di Tarso, sua città natale. Negli Atti degli Apostoli, Luca accenna ai talenti di Paolo.
Frederic Farrar (1831-1903), teologo anglicano, precisa in una delle sue opere su san Paolo che Tarso era nota per la sua produzione di tende. Gli abitanti filavano la lana caprina e la tessevano per farne fili, spaghi e corde. Poi a partire da questi materiali fabbricavano tele di tende o altri tessuti. L’uso specifico delle sue tende resta comunque misterioso.
Paolo non praticava questo mestiere per diventare ricco, ma per avere un “lavoro di soccorso”: ove mai fosse rimasto solo, si sarebbe comunque potuto sostentare. Imparare il mestiere dei genitori era molto importante, nella cultura giudaica dell’epoca. Durante i suoi viaggi, san Paolo fabbricava tende per non essere di peso alla comunità che lo accoglieva.
L’apostolo delle genti accordava poi un’importanza particolare al lavoro: è in esso che l’uomo trova la dignità e l’umiltà. Tramite queste, poi, egli si avvicina a Dio. Paolo non esitava del resto a criticare i pigri. La professione fu utilissima a Paolo nel corso della sua vita: fu un supporto importante per la sua missione di evangelizzazione.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]