Chi riscuote le tasse è percepito come un nemico. E’ visto con diffidenza, sospetto. Ma questa è una cultura da combattere. Lo ha detto il Papa, che ricevendo in udienza una delegazione dell’Agenzia delle Entrate. (Agensir, 31 gennaio).
“Questo compito è garanzia di uguaglianza”
«Oggi, come ai tempi della Bibbia - dice il Papa - chi riscuote le tasse rischia di essere percepito nella società come un nemico da cui guardarsi. E purtroppo una certa cultura del sospetto si può estendere verso coloro che sono incaricati di far rispettare le leggi. Eppure questo è un compito fondamentale, perché la legalità tutela tutti. È garanzia di uguaglianza».
Legalità sottrae forze alla corruzione
Le leggi, ha proseguito il Papa, consentono di mantenere «un principio di equità laddove la logica degli interessi genera disuguaglianze. La legalità in campo fiscale è un modo per equilibrare i rapporti sociali, sottraendo forze alla corruzione, alle ingiustizie, alle sperequazioni. Ma questo richiede una certa formazione e un cambiamento culturale. Come spesso si dice, infatti, il fisco viene visto come un “mettere le mani in tasca” alle persone» (Il Sole 24 Ore, 31 gennaio).
Chi fa il proprio dovere
Allo stesso tempo, precisa il Papap, ci sono anche tante persone oneste «che non si sottraggono al loro dovere» e pagano regolarmente le tasse. «Accanto ai casi di evasione fiscale, di pagamenti in nero, di illegalità diffusa», fa notare il Papa, proprio i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate possono raccontare che c’è chi paga «il dovuto contribuendo così al bene comune».
“Rendere a ciascuno il dovuto”
A proposito di imparzialità il Pontefice indica l’insegnamento di San Paolo ai romani, «perché ognuno potesse “compiere il bene davanti a tutti gli uomini”: rendere a ciascuno il dovuto, pagare tasse e imposte, portare rispetto».
Dove va a finire il denaro pubblico?
Infine Francesco parla della trasparenza e rimarca che il fisco viene «percepito in modo negativo se non si capisce dove e come viene speso il denaro pubblico», cosa che, tra l’altro, 1rischia di alimentare il sospetto e il malumore». «Chi gestisce il patrimonio di tutti ha la grave responsabilità di non arricchirsi», ammonisce il Papa (Vatican News, 31 gennaio).