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Il buon samaritano di Cochabamba: più di 100 chilometri al giorno per prendersi cura dei malati

BOLIVIA
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Dolors Massot - pubblicato il 31/01/22
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Il sacerdote gesuita Mariano Alique era molto amato in Bolivia, e vendeva i suoi quadri per nutrire gli anziani senza risorse

Il sacerdote gesuita Mariano Alique Razola è morto venerdì 20 gennaio a 96 anni. Era nato a Guadalajara (Spagna), ma aveva dedicato la maggior parte della sua vita all'assistenza di bambini e anziani tra Cochabamba e La Paz, in Bolivia.

Chi era padre Alique?

Era coraggioso, agguerrito (da giovane aveva voluto iscriversi a una scuola taurina), magnanimo, intelligente e pio. Amava il calcio, che ha praticato per anni, e seguiva le partite.

Padre Antonio Menacho, superiore della Residenza Nuestra Señora de la Esperanza di Cochabamba e direttore della Biblioteca Padre Murillo e dell'Archivio Storico della Compagnia di Gesù in Bolivia, ha parlato della vita di dedizione di padre Alique.

Grazie a lui, sappiamo che Mariano Alique aveva deciso di diventare Gesuita contro il volere della famiglia. Il giovane Mariano aveva comunque preso quella decisione e aveva lasciato la fidanzata optando per il celibato. La sua missione sarebbe stata dedicarsi totalmente a Dio e al prossimo nel sacerdozio. Nel 1955 era entrato nella Compagnia di Gesù.

Era arrivato in Bolivia il 10 maggio 1961. Aveva assistito inizialmente la parrocchia della Santa Vera Cruz di Cochabamba, dove praticava gli “uffici umili”, concretamente quello di cuoco, ed era diventato famoso insieme ad altri quattro missionari per la sua dedizione incondizionata.

La testimonianza di un orfano che ha aiutato

Un esempio è la testimonianza dell'imprenditore Alfredo Mamani, che oggi vive negli Stati Uniti. È rimasto orfano a 9 anni, e fratel Mariano si è incaricato di prendersene cura e di educarlo insieme quattro missionari gesuiti. Ancora oggi, a 65 anni, Mamani li chiama affettuosamente “i magnifici cinque”.

“Quei fratelli erano di una categoria umana molto forte, gente semplice con spirito lavoratore, e sono diventati famosi a Santa Vera Cruz”, ha spiegato p. Menacho al quotidiano boliviano «Opinión».

Vendeva i suoi dipinti per comprare cibo per gli anziani

Nel 1970, p. Mariano era stato destinato a Tiwanaku, dove assisteva gli anziani. Di fronte alla necessità di raccogliere denaro per comprare il cibo necessario, con il permesso dei suoi superiori il missionario aveva iniziato a vendere i suoi quadri.

Il sacerdote Marcos Recolons ha ricordato che grazie alla vendita di quei dipinti “manteneva trenta-quaranta anziani”.

I quadri di p. Mariano Alique erano soprattutto rappresentazioni di coralli, e li chiamava “fondali marini”. Ha fatto anche delle mostre fino al 2007, e si possono ammirare ancora oggi nel blog che resta attivo.

Trasferiva i malati a più di 100 chilometri

P. Marcos ha spiegato che Mariano Alique ha lavorato per gran parte della sua vita – dal 1975 – nella comunità aimara di Qipu, vicino Jesús de Machaca, nell'altipiano di La Paz, vicino al lago Titicaca.

Il religioso trasferiva i malati a La Paz, il che voleva dire percorrere 122 chilometri all'andata e altrettanti al ritorno, e tutto questo varie volte a settimana.

Negli ultimi anni, p. Mariano aveva la vista indebolita, il che lo aveva portato a vivere nella Casa di Riposo di Cochabamba, in cui è morto.

La Compagnia di Gesù in Bolivia ha chiesto preghiere per lui attraverso le sue reti sociali. “Uniamoci in preghiera chiedendo il suo riposo eterno nella dimora del Signore, che ha servito con tanto affetto”.

Dalla Spagna, venendo a conoscenza della sua morte, il presidente della Castilla-La Mancha, Emiliano García-Page, ha pubblicato un tweet in omaggio al missionario gensuita: “I dipinti di Mariano Alique (Guadalajara) sono serviti per mantenere in Bolivia decine di anziani. Oggi ci lascia, ma resta il suo esempio, la sua enorme generosità. Tutto il mio affetto ai suoi parenti”.

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