Benedetto XVI non ha dato le dimissioni per pressioni ricevute dall’esterno. Ma solo per un evidente declino delle forze fisiche e mentali: parola del suo più fidato collaboratore, monsignor Georg Gänswein.
Nel suo nuovo libro “Testimoniare la verità” (edizioni Ares). Ganswein rilancia un’intervista con Martin Rothweiler per Ewtn.tV in occasione del 90° compleanno di Benedetto XVI. In quell’occasione il segretario di Benedetto XVI si espresso in modo chiaro e netto sulle regioni delle dimissioni dell’attuale Papa emerito.
Le presunte pressioni
Il giornalista gli fede notare che «nelle ultime memorie che sono state pubblicate – penso al volume Ultime conversazioni con Peter Seewald – Benedetto XVI ribadisce molto esplicitamente che non si sarebbe ritirato a causa di qualche pressione esterna o di un’attuale situazione avversa. Questo non l’avrebbe fatto. Poiché questa non sarebbe stata la circostanza…». «È così», replicò Ganswein, che nella successiva risposta, fu ancora più chiaro.
Il Papa emerito è stato “sincero”
Il giornalista gli spiegò che «già nel volume da Castel Gandolfo – si tratta del penultimo volume con Peter Seewald – aveva risposto affermativamente e in modo chiaro alla domanda se sia possibile che un Papa si ritiri. in quale misura egli abbia già allora preso in considerazione la possibilità di un suo ritiro o di una sua rinuncia al Ministero papale, non so».
«È ovvio - la risposta di Ganswein - che nel momento in cui affiorano certe considerazioni ce ne devono essere le ragioni. Egli le ha esposte in maniera semplice, aperta e, bisogna dire, anche molto sincera. Era il declino delle forze, delle forze mentali e fisiche».
La “strategia” di Benedetto XVI
Quindi, Benedetto XVI non è stato mai messo con le spalle al muro per le dimissioni. «La Chiesa necessita di un timoniere forte. e lui non si vedeva più nelle condizioni di poter essere appunto quel timoniere forte. Perciò ha voluto rimettere i pieni poteri, che aveva ricevuto da Cristo, di nuovo nelle sue mani, di modo che il Collegio dei cardinali potesse poi eleggere un successore».
«Chiaro - ha concluso Ganwein - il pontificato di Benedetto XVi entrerà nella storia anche per la rinuncia al Ministero papale. fa parte di esso».