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Stati Uniti, Russia… Cina: chi è che vuole la guerra in Ucraina? 

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Jean-Baptiste Noé - pubblicato il 27/01/22
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Stati Uniti e Occidentali continuano ad agitare la minaccia di un’invasione russa in Ucraina, mentre Mosca smentisce tale progetto. Kiev resta tra i due fuochi e vede forze contrastanti muoversi sul proprio territorio. Per il geopolitologo Jean-Baptiste Noé, la posta in gioco è di natura energetica, e sotto c’è lo zampino della Cina.

Lo scenario apertosi alla fine del 2021 non cessa di prolungarsi in questo primo mese del 2022: gli Stati Uniti continuano ad accusare la Russia di voler invadere l’Ucraina, e da Mosca arrivano smentite. Per aver avanzato, privatamente e in un circolo di riflessione, che il progetto di attacco della Russia non esiste, l’ammiraglio tedesco che comanda le forze marittime del Paese è stato costretto a dare le dimissioni. Sembra che molti abbiano interesse nell’escalation e nel braccio di ferro, Russia compresa, ma senza arrivare fino a un confronto diretto. 

Mosca ha già ottenuto quel che voleva: la Crimea era legata alla Russia, il Donbass è staccato dall’Ucraina e costituisce ormai uno stato-cuscinetto, la NATO sembra essere tenuta fuori dalle frontiere ucraine. Un’invasione impegnerebbe la Russia in una guerra lunga, difficile e il cui esito positivo è tutt’altro che dimostrato. E che interesse ha nel prendere il controllo dei territori dell’Ovest, russofobi e fieramente ostili a Mosca? Neanche gli Stati Uniti hanno un interesse per questa guerra. È fuori discussione un confronto diretto con la Russia, situazione a cui non si pensa dalla Guerra Fredda: ciò non impedisce che le truppe della NATO si esercitino nei paesi baltici contro un’invasione russa, né che gli stati maggiori riflettano a risposte possibili. Stati Uniti e Russia hanno un interesse comune nell’essere avversari l’uno dell’altra e così, mediante la presenza di un nemico definito, permettere il sostenimento del budget militare e una retorica della difesa. 

La Cina compra grano dall’Ucraina 

La situazione in Ucraina ricorda la favola dei due litiganti de La Fontaine: due litiganti si contendono un’ostrica; arriva il terzo e se la porta via. In Ucraina è la Cina che arriva e che si sta prendendo “l’ostrica” dei terreni agricoli: la sua popolazione cresce e consuma sempre più cereali e prodotti alimentari trasformati, e il gigante asiatico scarseggia di terre coltivabili. 

Dopo aver raccolto migliaia di ettari in Africa, ecco che ora si volge all’Ucraina, granaio d’Europa dai terreni universalmente noti per la vastità e la fertilità. La Cina è ormai un cliente privilegiato del grano ucraino, anzi spera di poter connettere il paese europeo alle sue megalopoli mediante il suo progetto di molteplici “vie della seta”. Quando tutti sentono i botti e pensano al riaccendersi dei fuochi fatui della Guerra Fredda, la sceneggiata messa a soggetto è invece un’altra, ovvero una che indebolisce la sovranità alimentare d’Europa. L’Ucraina resta un Paese fragile, dall’economia soggiogata da una nomenklatura dalla corruzione endemica. È una preda facile per imprese cinesi poco scrupolose, che possono manipolare dirigenti privi di denaro. Il continuo rialzo del prezzo del grano e degli altri cereali rende nondimeno essenziale questo mercato per i Paesi europei. 

Sullo sfondo, il gas 

L’Ucraina è pure il crocevia di diversi gasdotti che collegano la Russia all’Europa. Anche su questo, una cooperazione è più che necessaria: i prezzi dell’elettricità conoscono un rialzo continuo, alimentato in particolare dalla contrazione del nucleare in Germania e in Belgio. Il calo della produzione, combinato con un rialzo dei consumi, non significa soltanto aumento dei prezzi, ma anche scarsezza di offerta: questo inverno, soprattutto se il freddo sarà rigido, si rischia di non avere abbastanza elettricità per tutti. In Europa la fine di gennaio e il mese di febbraio saranno settimane difficili, per l’accesso all’energia. La connessione al gas russo e dunque all’Ucraina sarà essenziale se i Paesi dell’Europa occidentale non vogliono subire blackout e tagli di massa. 

Accesso al grano, accesso all’energia: l’Ucraina si ritrova sempre al centro di queste due contese. Temi fondamentali che meritano l’interesse degli Europei più delle paure di invasione. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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