L'evangelizzazione della Patagonia viene in genere associata all'impeto missionario di Don Bosco. Il suo sogno di portare dei figli della famiglia salesiana in missione ai confini della terra del sud del continente americano ha dato frutti di santità e ha portato l'annuncio del Vangelo in angoli decisamente inospitali. Il riconoscimento ai Salesiani non deve tuttavia offuscare quello dovuto nei secoli precedenti alle missioni dei primi evangelizzatori di queste terre.
Un lago paradisiaco situato oggi in territorio argentino immortala con il suo nome la memoria di uno dei Gesuiti pilastri dell'annuncio cristiano in questa zona.
Il lago Mascardi porta il nome di Nicolás Mascardi, missionario gesuita proveniente da una famiglia nobile italiana e giunto in Cile quando era ancora un giovane religioso con un'importante proiezione scientifica a Roma. Dal 1651 servì in territorio cileno, stabilendo un immediato rapporto con le popolazioni aborigene.
Raccontava padre Diego de Rosales, un altro precursore della missione patagonica, che la tenerezza di padre Mascardi ispirava e convertiva gli aborigeni con una naturalezza incredibile. Lo storico Carlos “Yayo” de Mendieta, che ha lavorato con gli archivi gesuiti a Roma, ha scritto:
“Padre Nicolás Mascardi viaggiava senza sosta nonostante i pericoli del cammino, senza timore di cadere in mano ai nemici o di perdere la vita, perché l'aveva sacrificata a Dio e al bene delle anime. Parlava all'indio con una dolcezza e una grazia tali che Dio aveva effuso sulle sue labbra che lo portava a convertirsi e addolciva la durezza del suo cuore, e intenerito gli chiedeva di confessarlo perché non voleva più dar dispiacere a Dio, e se era infedele gli chiedeva di battezzarlo, perché voleva vedere Dio. E così convertì molti”.
In Cile, Mascardi conobbe alcuni aborigeni poya prigionieri, per i quali volle intercedere e con cui voleva attraversare la Cordigliera delle Ande per confermare l'inizio dell'evangelizzazione tra i popoli indigeni, sull'esempio di San Francesco Saverio in Oriente.
Secondo alcuni storici, padre Mascardi era anche spinto dalla speranza di trovare la “Città dei Cesari”, una sorta di grande città nascosta in qualche valle. Non trovò la città, ma una regione di laghi, boschi e numerosi popoli, di cui imparò le lingue per poter annunciare il Vangelo.
Lo storico Guillermo Furlong riprendeva un passo di una lettera in cui padre Mascardi scriveva: “Ho ormai imparato la lingua dei Puelches e ho fatto esperienza di catechismo, confessionale e grammatica in questa lingua. Dio nostro Signore, la Santissima Vergine, il nostro padre Sant'Ignazio e San Francesco Saverio mi accompagnino e mi favoriscano”.
“Si dirà che mi espongo ad essere vittima dei barbari: sarei beato se riuscissi a effondere il mio sangue per Cristo. Magari il mio sangue fecondasse quella terra finora sterile. Questa non deve produrre cristiani senza essere irrigata dal sangue dei martiri. Voglia Dio accettare il mio per un obiettivo così santo”.
Sulle rive del lago Nahuel Huapi, nella penisola Huemul, Mascardi fondò la prima missione in quella che oggi è la Patagonia argentina, la Missione di Nostra Signora di Nahuel Huapi. Grazie al suo impulso, vennero introdotte nella regione alcune trasformazioni che oggi caratterizzano la zona, come i frutteti.
Il rapporto con gli aborigeni gli richiedeva una prolifica versatilità linguistica, e padre Mascardi ottenne numerose conversioni, anche se, come affermava in una lettera, si sentiva “infallibilmente destinato a inumidire con il mio sangue l'ardente sete di quei barbari”.
Nel suo affanno evangelizzatore, missione a cui si erano uniti numerosi aborigeni, padre Mascardi venne martirizzato dai Tehuelches nel 1674 nei pressi del fiume Deseado.
Subirono lo stesso destino i suoi successori nella missione, come i padri Felipe Laguna e Juan José Guillelmo, di cui è stato dato il nome a un piccolo lago accanto al Mascardi e che portarono avanti la sua eredità missionaria e trasformatrice. Furono loro, ad esempio, a introdurre l'allevamento degli ovini nella regione.
Un hotel sulle rive del lago, con un panorama imperdibile, ricorda con varie targhe la vita di questi martiri.
Si tratta dell'Hotel Mascardi, dell'Associazione Ecclesiastica San Pedro, opera sociale dei sacerdoti, il cui accesso, dalla mitica Ruta 40, passa attraverso un sentiero nel Parco Nazionale Nahuel Huapi.
Padre Mascardi non è arrivato alla Città dei Cesari, ma a un vero paradiso, un'icona turistica sudamericana, in cui oggi viene ancora ricordato.