La scelta è un dono. Dio sceglie. Gesù sa di essere scelto, chiamato, inviato. Questa consapevolezza Lo fa sentire amato da Dio.
La scelta è sempre espressione d'amore. So di essere chiamato, scelto, voluto, e tutto intorno a me cambia. La vita ha un senso.
Le cose smettono di incastrarsi quando non mi sento amato, scelto, inviato da nessuno, quando non ho una missione concreta da realizzare.
All'improvviso, però, la scelta cambia tutto. Diceva San Giovanni Paolo II:
Ora
Assumo la temporaneità dei miei giorni e la ripercussione eterna delle mie azioni. Quello che scelgo finisce per cambiare la realtà in una direzione o nell'altra.
Rendo realtà quello che sogno o getto alle ortiche ciò che desidero. E così si gioca la vita tra un oggi e un domani.
Tra un desiderio che pretende di diventare realtà e una vita limitata nella quale mi muovo.
Ed è così che passano i giorni. Mi sfuggono tra le dita.
Dio ha scelto Gesù, e questo ha molto a che vedere con me
Gesù legge le parole di Isaia e le fa proprie. Dice quella che sembrerebbe un'eresia, che in Lui si compie la profezia:
Gesù è stato unto dallo Spirito Santo nel Giordano. Lì ha sperimentato l'amore di Dio. Il potere di Dio è su di Lui. È pieno della sua presenza, del suo fuoco.
Mi commuovono queste parole. Gesù unisce la sua vita alla profezia di Isaia. È stato unto, scelto, inviato, chiamato a portare la luce di Dio a molti cuori.
E la missione di Gesù diventa motivo di speranza anche per i miei passi.
Evangelizzare i poveri. Proclamare la libertà ai prigionieri. Restituire la vista ai ciechi. E annunciare l'anno di grazia come un anno di perdono.
Questo modo di guardare le cose mi dà gioia. Gesù è chiamato ad essere luce, libertà e misericordia.
È chiamato a portare la buona novella ai poveri e ai disprezzati, a chi non è amato. È chiamato per essere segno di speranza per chi ha perso ogni speranza.
Dio mi sceglie ora per come sono
Dio mi sceglie nel tempo. Sa che non sono eterno qui sulla Terra e che i miei passi sono pochi, incostanti e fragili. E in loro aspetta che il Suo regno diventi realtà.
Cerca solo che prevalgano la vita, la speranza, la gioia, la luce. Sono scelto da Lui per essere testimone della Sua luce, della Sua libertà, della Sua presenza.
Questa scelta è al di sopra dei miei doni e delle mie capacità. Supera tutti i miei talenti. Per questo mi rallegro nella mia piccolezza, come ricorda padre Josef Kentenich:
Sono scelto da Dio nella mia solitudine, nella mia povertà, nei miei errori, nelle mie emozioni non elaborate.
Dio torna a chiamarmi
Lui torna a chiamarmi, torna a posare lo sguardo su di me, torna a prendermi la mano per camminare al mio fianco, viene a dirmi che vale la pena di vivere con Lui perché la mia vita brilli, i miei occhi si aprano e la mia luce si manifesti.
Pone il Suo sguardo su di me perché io sono il primo ad avere bisogno della Sua luce e della Sua libertà.
Ho bisogno di vedere al di là dei miei passi, di liberarmi da tanti legami e schiavitù. Ho bisogno di riempirmi della Sua vita e della Sua speranza per dare speranza a chi non ce l'ha.
Voglio volare più in alto e arrivare più lontano con la forza dello sguardo che si posa su di me.
Egli mi riempie del Suo spirito e mi invia a dare luce a molti. A liberare gli schiavi. A dare speranza a chi è triste e perduto.