Un prete napoletano ha deciso di confessare i fedeli in strada. Don Michele Madonna, giovane e tenace parroco della chiesa Santa Maria di Montesanto a Napoli, non ci ha pensato un solo istante. Se il Covid mette a rischio le confessioni in un luogo chiuso, vuol dire che andremo a farle all’aperto dove il contagio - nel rispetto rigoroso della distanza di sicurezza e indossando sempre la mascherina - è certamente meno probabile.
Due sedie e un pannello di cartone
Così, un paio di volte alla settimana, a due passi dalla “sua” parrocchia, mette su un confessionale in piena regola dove aspetta i fedeli, che non si fanno attendere.
Due sedie (una per il sacerdote, l’altra per il penitente), alle spalle un pannello di cartone per garantire discrezione e riservatezza, e di fronte una fila silenziosa composta da chi aspetta con pazienza che arrivi il proprio turno (Il Mattino, 7 gennaio).
“Ospedale da campo”
«Se la Chiesa è, come dice il Papa, ospedale da campo, allora vuol dire che dobbiamo esserlo due volte in questo momento storico», dice don Michele Madonna ad Avvenire (16 gennaio).
«Anche questa quarta ondata sta allontanando le persone dai Sacramenti – evidenzia il parroco napoletano –. Sempre meno gente va in chiesa per partecipare alla Messa e accostarsi al Sacramento della penitenza. Eppure, quando scendo in strada per confessare, noto quanto la gente abbia bisogno di Dio. Non ho mai un minuto libero quando sono lì: in tanti avvertono, vedendomi, il bisogno di accostarsi al Sacramento. Sono venute persone che avevano aderito a sette sataniche, appartenenti alla camorra… Ho visto gente perdonare di cuore agli assassini dei propri genitori…».
Direzione opposta al Papa
Presente e attivo anche sui social, il sacerdote coinvolge anche i suoi ragazzi che annunciano il Vangelo ai passanti attraverso delle rappresentazioni teatrali ispirate ad alcuni passi
Secondo don Michele, «la Chiesa, nel corso di questa pandemia, ha corso il serio rischio di una frenata dal basso. Molti cristiani sono andati nella strada opposta a quella indicata dal Papa e dai vescovi. Invece questo tempo deve esser visto anche come un’opportunità».
“La risposta di Dio”
La sua pagina Facebook 'La risposta di Dio - don Michele Madonna' conta 21mila follower, e le sue omelie vengono inviate a centinaia e centinaia di persone attraverso WhatsApp. Ma il sacerdote napoletano conosce anche i rischi che ci sono dietro ciò. «Si rischia di perdere la dimensione comunitaria della Chiesa. I social sono importanti, ma non possono sostituire la comunità».
Lo stile di Gesù
Una delle tre chiese parrocchiali ospita 365 giorni l’anno l’adorazione perpetua. Ogni anno, don Michele dà vita a un raduno al Palapartenope di Napoli che ospita migliaia di persone. Lui dice di non fare nulla di straordinario. «Il mio stile non è altro che lo stile di Gesù: la strada il luogo privilegiato del suo annuncio».