A Napoli si è sciolto il sangue di una importante santa. Il prodigio è stato visionato nel giorno dell’Epifania, il 6 gennaio scorso, nell’urna d’oro che conserva le spoglie rivestite in cera di Santa Patrizia, nipote di Costantino il Grande e Sant’Elena. La santa è anche compatrona di Napoli.
Il sangue, scrive Il Mattino, era completamente sciolto, come constatato da suor Giovanna De Gregorio, reverendissima madre del chiostro di San Gregorio Armeno, dove sono conservate le reliquie di Santa Patrizia. Tra queste ci sono le ampolle sacre con il sangue di Santa Patrizia. Che dopo lo scioglimento di quello di San Gennaro, avvenuto il 16 dicembre dello scorso anno, nella tradizione popolare rappresenta un ulteriore segno di buon auspicio per questo 2022.
Il voto di verginità
Santa Patrizia è nata a Costantinopoli si presume nel 664, e educata dalla nutrice Aglaia. Emise fin da subito voti di verginità, e per tener fede alla sua promessa fuggì dalla città, poiché l’imperatore le aveva imposto il matrimonio.
Santa Patrizia si rifugiò a Roma. E con l’aiuto di alcune ancelle, raggiunto papa Liberio ricevette finalmente il velo verginale. In seguito, alla morte di suo padre, Patrizia tornò a Costantinopoli, dove rinunciò ad ogni legame con la corona imperiale, distribuendo i suoi averi ai più poveri.
La tempesta
La sua decisione successiva cambiò decisamente il corso degli eventi: decisa a compiere un viaggio in Terra Santa, Patrizia incontrò una furiosa tempesta, la quale condizionò il suo naufragio sulle coste di Napoli, ovvero nel punto preciso, dove ora sorge il Castel dell’Ovo.
Il monastero di Caponapoli
È proprio nei pressi di quel luogo, che dopo una brevissima malattia, Santa Patrizia morì giovanissima, probabilmente il 25 agosto 685. Il carro che trasportava il suo corpo, tirato da due asini e senza guida, si fermò davanti al monastero di Caponapoli dei padri Basiliani, e lì fu seppellito il suo corpo.
Il prodigio della manna
Successivamente i resti furono trasportati nel monastero di San Gregorio Armeno e, ancora oggi rivestiti di cera, sono protetti da un’urna d’oro e argento, intarsiata di gemme. Tali resti possono essere venerati dai fedeli, perché posti in una cappella di una navata del monastero. Da quel giorno, la popolazione è accorsa con molto entusiasmo, sia per quanto riguarda il prodigio della liquefazione del sangue di Santa Patrizia, e sia per quello della manna. Si racconta infatti, che dal secolo XII, un liquido puro simile all’acqua sia trasudato lungo le pareti sepolcrali del corpo.
Il sangue dal dente di Santa Patrizia
Racconto diverso quello riguardo il raccoglimento del sangue di Santa Patrizia: si narra infatti, che un cavaliere, afflitto da enormi sofferenze, andò a pregare sulla tomba della santa per guarirlo. Spinto da una grande devozione, decise di aprire l’urna, cavando un dente alla vergine, morta ormai qualche secolo prima. Si racconta che dalla bocca della santa, vi fuoriuscì sangue, come se il suo corpo fosse ancora mosso da vita. Dallo stupore di quell’evento, il sangue fu prontamente raccolto in due ampolle (Eroica Fenice).
Il sangue di Santa Patrizia solitamente si scioglie il 25 agosto, data presunta della morte, e ogni martedì.
Patrona di Napoli
Nel 1625 è stata nominata compatrona di Napoli e nel 1642 la sua statua d’argento è stata condotta al Duomo di Napoli (Fan Page).
La preghiera a Santa Patrizia
Santa Patrizia, pur essendo il punto fermo nella vita di chi cerca marito, è anche la protettrice dei naviganti, delle partorienti e dei più bisognosi.