Tristezza e inquietudine. Le Missionarie della Carità sono state costrette a chiudere il loro orfanotrofio di Nirmala Shishu Bhavan, a Kanpur, nello Stato indiano dello Uttar Pradesh. Aperto nel 1968, esso era stato costruito su un terreno appartenente al ministero della Difesa indiano, e il cui contratto d’affitto era destinato a scadere nel 2019. È però recentissima la notizia che il suddetto Dicastero ha dichiarato le religiose delle intruse, mettendole di fronte all’alternativa di pagare una multa oppure essere espulse.
La decisione è caduta pochi giorni dopo l’annuncio, a fine dicembre, del mancato rinnovo da parte del ministero dell’Interno indiano, della licenza che autorizzava le Missionarie della Carità a ricevere sovvenzioni provenienti dall’estero. La loro domanda di rinnovamento di registrazione della loro licenza, in virtú del Foreign Contribution Regulation Act (FCRA), è stata respinta «poiché non soddisfaceva le condizioni di ricevibilità».
Suor Prema, la superiora della Congregazione, ha ritenuto più prudente recarsi davanti alle autorità per rimettere pacificamente le chiavi dell’infrastruttura. Solo negli ultimi cinque anni, le religiose hanno collocato più di 1.500 orfani in famiglie adottive: gli ultimi 11 bambini rimanenti, la maggior parte dei quali gravemente handicappati, sono stati trasferiti in altri centri.
Il 27 dicembre 2021, mentre si attendeva l’annuncio del rinnovamento della loro licenza da parte del governo indiano, suor Prema aveva annunciato, a mo’ di misura preventiva, che aveva domandato ai suoi centri di non toccare alcun conto relativo ai fondi esteri, «fino a quando il problema non sia risolto».
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]