Testimonianze di “amici” dell’arcangelo Raffaele: mistici e mitiche che sostengono di averlo visto o incontrato: tra essi c’è una santa tedesca, Santa Maria Crescentia Hoss.
La sua conoscenza con l’arcangelo Raffaele è documentata nel libro “San Raffaele arcangelo - Dio ha guarito”, di Fausto Bizzarri e Marcello Stazione (edizioni Segno).
Le visioni dell’angelo quando era bambina
Hoss apparteneva al Terz’Ordine regolare di san Francesco e nacque il 20 ottobre del 1682 a Kaufbeuren, cittadina della Baviera.
Fin da bambina fu favorita da visioni celesti. Quando non poteva andare in chiesa si nascondeva in un angolo della casa per conversare più liberamente con Dio e con l’angelo custode che ogni tanto le appariva e le suggeriva come soccorrere i poveri. Fu lui che le rivelò, quando aveva quattordici anni, che un giorno avrebbe vestito l’abito francescano.
Le vessazioni del diavolo
La santa, ammessa tra le terziarie francescane nel 1703. E l’anno dopo per lei arrivò la professione solenne con il nome di suor Maria Crescenzia. Subì vessazioni demoniache e scambiata per una strega.
La comunione angelica
Un giorno del 1721 la superiora al momento della comunione ordinò a suor Crescenzia di portarsi in cucina. Questa ubbidì ma, mentre compiva il suo lavoro tutta assorta come al solito in Dio, un serafino le portò l’eucaristia. Il prodigio si rinnovò altre volte e la presenza dell’angelo che le portava la santa comunione continuò per due anni interi nei giorni in cui la comunità non si accostava alla sacra mensa.
“Madre, San Raffaele verrà presto?”
Santa Crescentia Hoss aveva una tenerissima devozione verso l’arcangelo Raffaele ed aveva spesso annunciato che l’arcangelo Raffaele l’avrebbe condotta al cospetto del tribunale divino. Non molto tempo prima della sua morte, padre Pamer, il suo confessore che l’assisteva disse: “Madre, san Raffaele verrà presto?”. Essa sorridente rispose: “È già qui”, disse lei distintamente. Furono le sue ultime parole sulla terra. Si spense nella notte di Pasqua, il 6 aprile 1744.
Corpo profumato
Il suo corpo, come era già successo durante la malattia, continuò ad effondere intorno a sé un soave profumo e si conservò flessibile. Leone XIII la beatificò il 27 luglio 1900 e Giovanni Paolo II la canonizzò il 25 novembre 2001.
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