“Cercate la Stella di Betlemme con i telescopi del Papa?”
Domande come questa sono fin troppo familiari a noi che facciamo parte dello staff dell'Osservatorio Astronomico Vaticano. Si può intraprendere uno studio serio della Stella di Betlemme – nel 2014 c'è stata una conferenza importante al riguardo presso l'Università di Groninga (Olanda) –, ma le domande sulla Stella riguardano spesso quello che noi esseri umani vogliamo vedere nel cielo piuttosto che quello che qualcuno ha visto davvero.
Cosa sappiamo della Stella di Betlemme?
La Stella di Betlemme viene in genere rappresentata come nella fotografia che riportiamo di seguito: un segno innegabile nel cielo, un grande faro celeste brillante, che ha guidato i Magi dal Cristo neonato.
È un'idea antica. Aurelio Prudenzio Clemente è vissuto tra il 348 e il 413. Tra le sue opere, figura un testo su Betlemme in cui si legge:
Più bella del sole al mattino
era la stella che annunciò la sua nascita;
alle genti annunciava il loro Dio,
fatto di carne sulla Terra.
Questa è ovviamente una traduzione. In realtà, Prudenzio ha scritto:
Haec stella, quae solis rotam
vincit decore ac lumine,
venisse terris nuntiat
cum carne terrestri Deum.
Il latino vincere significa “conquistare”. Prudenzio dice che la Stella “conquista” perfino il Sole – davvero un grande faro! E così ci piace immaginare la Stella che brilla nel cielo notturno:
Guardarono in alto e videro una stella
che brillava a Est lontano da loro,
e alla Terra dava grande luce,
e così continuò giorno e notte.
Quel faro potente, però, non è la Stella di Betlemme descritta dal Vangelo di Matteo. Il 2° capitolo di questo Vangelo dice che i Magi sono arrivati a Gerusalemme chiedendo del re appena nato. “Abbiamo visto sorgere la sua stella”, hanno detto (un'altra traduzione dice “in Oriente”). Questa notizia ha infastidito Erode, che, “chiamati di nascosto i Magi, s'informò esattamente da loro del tempo in cui la stella era apparsa”.
Erode non avrebbe chiesto quando era apparso un oggetto ovvio e ben visibile. Chiunque lo avrebbe saputo. Sarebbe stato sulla bocca di tutta Gerusalemme. Quelle immagini del “faro celeste” che tutti conosciamo, che siano immortalate in antiche canzoni, in splendide vetrate o perfino negli eccentrici presepi di plastica illuminati, sono contrarie a quello che ci dice Matteo della Stella. Parlano della stella che vorremmo che i Magi avessero visto nel cielo.
Matteo ci dice che la Stella che i Magi hanno visto davvero era un elemento che a Erode e ai suoi studiosi era completamente sfuggito, ma era anche qualcosa che Erode poteva vedere e comprendere. In caso contrario, avrebbe liquidato i Magi come pazzi, o – essendo la persona che era – li avrebbe uccisi per aver diffuso “fake news” su un nuovo re.
Gli astronomi hanno grande familiarità con le cose del cielo che nessun altro vede finché non vengono indicate:
“Oh, c'è Saturno”, diciamo. “Saturno?”, è la risposta. “Come lo sai? Sembra semplicemente una stella. Non l'avrei mai notato”.
“Guardate le differenze di colore tra Arturo, Vega e Antares”, sottolineiamo. “Non ho mai notato che le stelle avessero dei colori”, ci sentiamo rispondere.
Cosa ci dicono gli astronomi della Stella?
Ma allora, cos'era questa Stella di Betlemme che solo i Magi hanno notato? La conferenza di Groninga, svoltasi in risposta al lavoro dell'astronomo della Rutgers University Michael Molnar, ha parlato proprio di questo. Analizzando attentamente le idee degli astrologi dell'epoca della nascita di Cristo, Molnar aveva sostenuto che la Stella era una certa disposizione degli elementi del sistema solare nel cielo che sarebbe risultata significativa per quegli astrologi (immagine sotto). Per un astrologo esperto, quella disposizione corrispondeva a una nascita reale in Giudea, per l'individuo medio non significava nulla. La Stella sarebbe passata inosservata a meno che non fosse stata indicata da qualcuno come uno dei Magi.
Domande interessanti poste all'Osservatorio Vaticano
L'Osservatorio Vaticano non ha partecipato alla conferenza sulla Stella di Betlemme di Groninga. I telescopi del Papa svolgono ricerca astronomica ordinaria (anche se, come l'astronomo vaticano p. Paul Gabor, S.J. ed io abbiamo di recente discusso qui su Aleteia, l'“ordinario” all'osservatorio può essere “straordinario”!). Ad ogni modo, abbiamo avuto la nostra esperienza con il tipo di disposizione celeste descritto da Molnar.
Nel 2017 abbiamo ricevuto domande come quella che abbiamo riportato all'inizio di questo articolo, ma non sulla Stella di Betlemme. Alcuni volevano sapere perché l'Osservatorio Vaticano non stava facedno attenzione a una disposizione celeste che si sarebbe verificata il 23 settembre di quell'anno. Varie fonti di Internet affermavano che in quella data i cieli avrebbero mostrato una realtà simile a quella descritta nel capitolo 12 dell'Apocalisse:
“Poi un grande segno apparve nel cielo: una donna rivestita del sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sul capo”.
Quel giorno il Sole sarebbe stato nella costellazione della Vergine, la Luna ai piedi della Vergine, e le “nove” stelle della costellazione del Leone, più tre pianeti (Mercurio, Venere e Marte), sarebbero stati sul capo della Vergine – proprio come per la donna del capitolo 12 dell'Apocalisse. Doveva essere un evento celeste unico, destinato come la Stella di Betlemme ad annunciare grandi cose. Come la versione della Stella di Molnar, non sarebbe stata notata dalla maggior parte della gente, ma in realtà sarebbe stata tutt'altro che invisibile.
In risposta alle domande, ho scritto un posto su www.vaticanobservatory.org. Nel testo, intitolato Biblical Signs in the Sky? September 23, 2017 (Segni Biblici nel Cielo? 23 settembre 2017), ho mostrato come, per via dei moti regolari degli elementi del sistema solare, questa disposizione celeste non fosse unica. Altre simili si sono verificate in passato nel mese di settembre, e ovviamente non annunciavano grandi eventi.
Questo post è diventato il più letto della sezione dedicata all'astronomia sacra, e la pagina di gran lunga più visitata di qualsiasi sito web dell'Osservatorio Vaticano. Più di quattro anni dopo, figura ancora spesso tra le pagine più visitate di www.vaticanobservatory.org in una certa settimana. Noi esseri umani amiamo leggere di grandi segni nel cielo.
Questo amore non si traduce nell'amore per sapere di più dell'astronomia in sé – di quello che vediamo davvero nel cielo. Essenzialmente, nessuno dei tantissimi visitatori che hanno letto il post Biblical Signs è rimasto “sintonizzato” per consultare il contenuto astromico del nostro sito web il che mostra quanto sia l'idea dei grandi segni sia più affascinante della realtà della scienza, dell'astronomia ordinaria.
È un peccato. Se tutti conoscessimo di più l'astronomia ordinaria – inclusa quella più comune relativa al come e al perché del moto dei pianeti dello zodiaco (che le persone possono vedere con i propri occhi) –, potremmo essere tutti meno persuasi dalle storie esaltate da Internet sui segni nel cielo.
L'idea di una grande Stella di Betlemme che indica il re neonato rimarrà tuttavia sicuramente popolare, nonostante le conferenze degli studiosi e il Vangelo di Matteo, e farà senz'altro sì che chi cerca la Stella di Betlemme continui a porre domande al riguardo all'Osservatorio Vaticano. Sono certo che i Magi capirebbero.