Papa Giovanni Paolo II non poteva immaginarsi di celebrare il Natale senza le sue tradizioni polacche: la condivisione dell’Oplatek (un frammento di pane azzimo benedetto), il presepe installato sotto un grande albero di Natale sovrastato da una stella e i canti di Natale (“Kolędy” in polacco), cantati con parenti e amici nella veglia del 24 dicembre; queste tradizioni si prolungano, in Polonia, fino alla festa della Presentazione di Gesù al Tempio, il 2 febbraio.
Fin dal suo primo Natale passato in Vaticano, nel 1978, il papa Polacco ha introdotto tutte queste tradizioni nel Palazzo Apostolico, a cominciare dall’installazione del grande albero in piazza San Pietro e dalle serate trascorse (fino a tardi) cantando canti di Natale in compagnia di amici e parenti.
Nel Natale del 1981 degli amici venuti appositamente dalla Polonia, ma anche degli studenti polacchi, furono invitati dal Santo Padre in Vaticano per la tradizionale serata dei “kolędy”. Fu il Papa a scandire la serata, scegliendo tra i circa 500 canti della tradizione a cui era particolarmente legato. A un tratto ha intonato la celebre ninna nanna del XVII secolo “Oj Maluśki, Maluśki”, il suo canto di Natale preferito. La sua voce guidava – cantava a memoria – e gli altri seguivano.
All’improvviso sorprese tutti prolungando il canto con quattro nuove strofe, piene di brio, che rallegrarono l’assemblea. Fortunatamente, tutto è stato registrato sul magnetofono di un giovane prete che all’epoca era studente, padre Mieczysław Cisło, che più tardi sarebbe diventato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Lublino (nella Polonia orientale). Perduta per anni, mons. Cisło è finalmente riuscito a ritrovare la cassetta. La registrazione dura 8 minuti: Giovanni Paolo II comincia a improvvisare a 5’38”. Il canto comincia con le parole:
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]