Come Maria dopo l’annuncio dell’angelo. È così che Francesco all’Angelus davanti a numerosi fedeli in un'assolata Piazza San Pietro suggerisce di vivere queste ultime giornate che ci separano dal Natale.
Nell’ultimo tratto del cammino di Avvento lasciamoci guidare da questi due verbi. Alzarsi e camminare in fretta: sono i due movimenti che Maria ha fatto e che invita anche noi a fare in vista del Natale.
Alzarsi e andare
La Vergine non rimane in casa paralizzata dalle preoccupazioni, impantanata nei problemi, non sprofonda nell’autocommiserazione o nella paura delle incomprensioni o delle pene severe, come la lapidazione, a cui la esponeva la gravidanza inattesa, ma si mette in viaggio per condividere con la cugina Elisabetta la gioia che portava nel cuore. “Si alzò e andò” racconta l’evangelista Luca. “Ma perché alzarci?”, chiede Francesco:
Perché Dio è grande ed è pronto a rialzarci se noi gli tendiamo la mano. Allora gettiamo in Lui i pensieri negativi, le paure che bloccano ogni slancio e impediscono di andare avanti. E poi facciamo come Maria: guardiamoci attorno e cerchiamo qualche persona a cui possiamo essere di aiuto! C’è qualche anziano che conosco a cui posso fare un po’ di compagnia, un servizio, una gentilezza, una telefonata? Aiutando gli altri, aiuteremo noi stessi a rialzarci dalle difficoltà.
In fretta e con fiducia
Maria cammina in fretta, senza agitazione o affanno, ma guarda avanti con fiducia:
Allora chiediamoci: com’è il mio ‘passo’? Sono propositivo oppure mi attardo nella malinconia? Vado avanti con speranza o mi fermo per piangermi addosso? Se procediamo con il passo stanco dei brontolii e delle chiacchiere, non porteremo Dio a nessuno.
Il sano umorismo dei santi
Avanti con speranza e coltivando un sano umorismo prendendo a modello i santi Tommaso Moro e Filippo Neri:
Il primo atto di carità che possiamo fare al prossimo è offrirgli un volto sereno e sorridente. È portargli la gioia di Gesù, come ha fatto Maria con Elisabetta.
A conclusione della preghiera dell'Angelus Francesco ha espresso vicinanza alle popolazioni delle Filippine colpite dal tifone Rai che secondo un bilancio provvisorio ha provocato oltre centotrenta vittime. Il Papa ha auspicato aiuti concreti e consolazione spirituale.