Il paese con il record delle vocazioni è in Veneto: si chiama Casoni di Mussolente e ha sfornato oltre quaranta sacerdoti, quasi altrettante suore. Ed è diventato un caso nazionale per questa sua “caratteristica” unica almeno in Italia.
Il “paese delle tonache”
Casoni di Mussolente – 3.500 abitanti in Provincia di Vicenza – è il tipico paese del Veneto profondo. Qui, a partire dagli anni ’60, fiorenti attività artigianali e industriali hanno sostituito il tradizionale lavoro nei campi, per secoli unica fonte di sostentamento di queste terre umili e laboriose.
Casoni, oltre a ciò, ha una singolare caratteristica. Cioè quella di aver dato alla Chiesa in poco più di un secolo un numero eccezionale di sacerdoti, religiosi e religiose. Tanto da essere stato definito dalla stampa nazionale e internazionale come “il paese delle tonache” e da papa Pio X come “il roccolo delle vocazioni”.
Una persona su 44 ha preso i voti
In un articolo pubblicato nel 2000 sul Corriere della Sera, poi rilanciato dal Wall Street Journal, Gian Antonio Stella dava una chiara idea del fenomeno vocazionale del piccolo centro vicentino. “L’ultima volta che hanno fatto i conti i sacerdoti erano 41. Vale a dire che se nel resto della penisola dice messa un italiano su 1.047. Qui uno su 85 [...] suore, badesse, reverende madri all’ultima somma erano 38. Totale: 79. Vale a dire che ha preso i voti una persona su 44”. “Eppure” osservava il giornalista “giri per il paese e non ne vedi uno: sono tutti fuori, sparsi per l’Italia, le Americhe ed il continente nero”.
Le biografie dei religiosi da “record”
Alle vicende di questi uomini e donne con la vocazione, partiti da Casoni di Mussolente per donare la loro vita a Dio e al prossimo e per testimoniare il Vangelo in ogni angolo del pianeta, è dedicato il volume “Guidati dalla Fede, da Casoni nel Mondo” (Zel edizioni), realizzato da Leonardo Bortignon, appassionato di storia locale.
Frutto di due anni di ricerche d'archivio e di incontri con i diretti protagonisti, il volume raccoglie le biografie e le testimonianze di ben 157 consacrati, dalla fine dell'Ottocento ai giorni nostri: 71 sacerdoti, tra secolari e religiosi, cinque religiosi non sacerdoti, 76 religiose e tre consacrate secolari, oltre a due seminaristi morti prima dell’ordinazione.
Dai vescovi al superiore degli Scalabriniani
Tra loro spiccano alcuni nomi illustri, come quello del cappuccino Cornelio Sebastiano Cuccarollo, arcivescovo di Otranto dal 1931 al 1952, di padre Luigi Favero, superiore generale degli Scalabriniani dal 1992 al 2000, e dell'arcivescovo Silvano Maria Tomasi, già nunzio apostolico in Etiopia ed Eritrea, poi osservatore permanente all'ONU e dal 2020, ricevuta la nomina a cardinale, delegato speciale del papa presso l'Ordine di Malta.
I motivi delle tante vocazioni
Nelle oltre 350 pagine del libro, corredate da ben 250 immagini, Bortignon offre anche alcune spiegazioni dell'eccezionale fenomeno vocazionale di Casoni di Mussolente. La sua analisi va oltre alla tesi del “farsi prete o suora per fuggire dalla povertà”. Al sano ambiente cristiano del paese e alla forte devozione coltivata nelle famiglie, si unì l’instancabile opera di alcuni intraprendenti sacerdoti, primo tra tutti don Angelo Vincenzi. Che è stato benemerito parroco per oltre quarant’anni e convincente “reclutatore” di operai per la vigna del Signore.