In questi tempi di crisi vocazionali, sacerdotali e religiose, fa doppiamente notizia la scelta di Francesca, una donna napoletana di 37 anni, la cui storia viene riportata dal Corriere del Mezzogiorno dell’11 scorso. Doppia la sorpresa, perché Francesca non sembrava per nulla un tipo da suora, e meno che mai da clausura.
Infatti viene descritta come un tipetto frizzante, allegra, amante del ballo e della compagnia, patita per i social, legatissima ai suoi genitori. Quindi una vita normale, quella di una ragazza di oggi, in cui c’erano anche i fidanzati, ma come diceva spesso
La prova della malattia e la scelta della clausura
E invece la donna il 26 novembre scorso ha oltrepassato a Napoli la grata del Monastero delle Carmelitane Scalze ai Ponti Rossi, per trascorrervi il probandato, un periodo di prova di un anno per testare la solidità della sua scelta.
In questi 12 mesi non potrà vedere nessuno, neanche il suo direttore spirituale, il parroco di San Giovanni Maggiore, don Salvatore Giuliano, che ha conosciuto Francesca 4 anni fa quando gli fu chiesto di pregare per lei a cui avevano riscontrato un timoma.
Il timoma è un tumore molto raro che colpisce il timo, un organo presente nella parte alta del torace e che ha un ruolo importante nella regolazione del sistema immunitario. In una testimonianza resa in parrocchia Francesca raccontò che nel corso della malattia aveva sognato San Massimiliano Maria Kolbe, e dopo sei mesi il tumore era totalmente scomparso.
Da questo momento - essendo già molto impegnata nelle iniziative parrocchiali e con un percorso intrapreso per diventare ministro dell’Eucaristia - ha iniziato il suo cammino più profondo di fede.
Il giorno in cui Francesca andò a bussare alle suore del convento di clausura
Allora lavorava in aeroporto, ma in seguito alla sua esperienza decise di prendere un attestato come operatrice socio-sanitaria per andare a lavorare con i malati in una clinica. Invece un giorno, lei che aveva avuto sempre curiosità per le suore di clausura, andò a bussare alla porta del convento dove oggi è entrata come novizia, per capire come si viveva lì dentro facendo un’esperienza diretta.
Dopo due giorni le suore la chiamarono, e da quel momento si è illuminato tutto. Lì ha capito finalmente perché non le stava bene nessun ragazzo:
"Qui ho trovato il paradiso"
Francesca, con la personale modalità di approccio un po’ "fracassona", ha portato nel convento la sua grande vivacità e spontaneità, per cui contrariamente alla prassi abbracciava tutte le consorelle.
Pian piano le suore hanno apprezzato la sua gioiosa profondità di animo che ha fatto bene a tutte loro, grazie alla ventata di freschezza che l’arrivo di Francesca ha rappresentato.
Lei racconta così cosa ha provato attraversando quella soglia:
La scelta della clausura: io guardo all'oggi, la Chiesa è madre che accoglie
Una scelta che molti considererebbero assurda e che spaventerebbe molti altri, di fronte alla quale Francesca si pone con realismo ed umiltà concludendo:
Di questi tempi "roba" da matti di Dio!