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Il nipote di Papa Francesco: mio zio non si spegne, fa quello che gli dice lo Spirito

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 11/12/21
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Padre José Luis Narvaja, gesuita, parla di suo zio a Famiglia Cristiana

«Quando l’ho visto dopo l’operazione, a luglio, stava bene ma era ancora un po’ dolorante, e mi ha detto: “non farmi ridere che mi fanno male i punti!”»: Padre José Luis Narvaja, gesuita, ha la stessa schietta cordialità dello zio, che è Papa Francesco. 

“Non si spegne”

Il 17 dicembre il pontefice compie 85 anni, e il figlio di una delle sue sorelle, che si divide tra Roma e Cordoba, si confida con *Famiglia Cristiana* che pubblica l’intervista nel numero in edicola. «Lo vedo molto bene - dice il nipote di Papa Francesco - con tanta forza, non dimostra l’età che ha. È molto attivo, entusiasta, non si spegne. Ha detto che alcuni si aspettavano che questa malattia lo facesse tacere un po’, però no: sta molto bene!».

“Fa quello che sente che lo Spirito gli chiede”

Padre Narvaja sintetizza il pensiero dell’illustre parente e ne svela il segreto nascosto. «Cristo non è una statua e il pontefice non è un manager, ama ripetere. Il bene, dice ancora, deve essere scelto, non imposto. in tutta la sua vita si è affidato sempre molto alla preghiera. Fa quello che sente che lo Spirito gli chiede. La riforma di papa Francesco è mettere Cristo al centro della Chiesa e della nostra vita, e questo è un processo che richiede tempo. Certo, a volte sente di dover dire una parola forte…». 

La Sinodalità

Questo processo per fare spazio a Dio ora fa «un passo in più» con il Sinodo, spiega a *Famiglia Cristiana* il nipote di Papa Francesco. «Attenzione, la sinodalità non è democrazia. a volte il nostro dialogo può essere un confronto, anche un contrasto, ma senza amore non è un dialogo nello Spirito».

Magistero infallibile “docendo”

Al centro del Sinodo, e più in generale della pastorale di Bergoglio, c’è il «popolo di Dio». In un articolo su *La Civiltà cattolica* padre Narvaja ha rivelato che suo zio ha elaborato questa visione a partire da Fedor Dostoevskij. «Non è un’astrazione, è l’insieme della gente normale, la “santità della porta accanto”». 

Se il Magistero è infallibile *docendo*, nell’insegnamento, diceva già il Concilio Vaticano II, il popolo è infallibile nel credere. Popolo di Dio che è cosa ben diversa dal popolo a cui fanno riferimento i populisti. «Il populismo tende a strumentalizzare il popolo», spiega il nipote di Papa Francesco, «mentre il popolo di Dio è uno. Non è un gruppo che si oppone a un altro gruppo contro il quale deve lottare». 

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