Un’immersione nel mistero di Maria, Immacolata Concezione, con le riflessioni di Don Luigi Epicoco. Nel nuovo libro “L’Immacolata perfezione” (Tau editrice), il sacerdote offre dei percorsi, delle tracce da seguire, per cogliere la grandezza di Maria e orientare la propria vita sulla Sua.
Gli ingredienti della Salvezza
Immergersi nel mistero di Maria, scrive nell’introduzione Don Epicoco, è una di quelle esperienze che ti cambiano la vita, perché nell’umanità di Maria si condensano tutti gli ingredienti della Salvezza. Il Vecchio e il Nuovo si incrociano nel cuore di questa donna. Nella sua storia, tutta la storia trova il suo centro. Perché lei è il perimetro dentro cui il nocciolo di ogni cosa si racchiude. È il recinto dentro cui l’infinito si fa finito, si rende visibile, palpabile, guardabile.
I “sentieri” di Don Epicoco
Don Epicoco definisce Maria Immacolata «quella citazione a piè pagina che rende storico ciò che altrimenti rimarrebbe solo straordinario. Ella è la modalità che Dio ha scelto per assomigliare a noi. Ecco perché siamo attaccati alle sue vesti. Ecco perché come bambini ci nascondiamo sotto il suo manto. La familiarità con lei rende il cristianesimo un’esperienza, e non una materia scolastica. Dovremmo con Lei ripartire da capo. Fare con lei tutta la strada che ci porta a ciò che siamo ora. Perché Ella conosce già le salite e le curve di ogni storia. Perché Ella è madre, e le madri sanno anche solo con presentimento ciò che accade ai propri figli».
L'angelo e l'Immacolata
Così il sacerdote traccia nel suo libro “L’Immacolata perfezioni”, “sentieri” che si possono percorrere per arrivare alla “vetta”, cioè all’incontro con Maria. Don Epicoco riporta nel libro anche il momento decisivo nell’esistenza dell’Immacolata. Eccolo:
Il rischio che si è preso Maria
Secondo Don Epicoco «la tentazione che potremmo vivere è quella di pensare che ad ogni gesto totale, appassionato, vero, gratuito, bello, corrisponda un risultato immediatamente positivo. Maria compie tutto questo e di tutta risposta si ritrova un promesso sposo deluso, un paese con il dito puntato, una precarietà totale. Se avesse dovuto giudicare la verità di quel rischio da ciò che ha ottenuto immediatamente, Maria avrebbe dovuto dichiarare il fallimento della sua impresa, la bancarotta della speranza, il pignoramento di quel poco che si portava appresso».
Ma va avanti. «In silenzio continua, contro ogni evidenza. Accetta perché ciò che ha nel grembo è oggettivo, non è il frutto delle sue fantasie, è un bambino. È il figlio di Dio. Questo Dio sconosciuto ora è nascosto in Lei».
Vergine del Sì
Il giovane sacerdote definisce Maria in tre modi. Il primo: «Santa Maria, Vergine del Sì. Tu che con la tua consapevole incoscienza ci insegni a pronunciare gli eccomi decisi della vita, aiutaci a riconoscere ciò che vale il rischio da ciò che non lo vale. Fà che rinunciamo di nuovo a prendere sul serio ciò che il nostro cuore intuisce, e liberaci dalla tentazione di calcolare tutto, perché tolte le debite prudenze, i calcoli sono quasi sempre troppo stretti per contenere la vita».
Santa Maria dell’Eccomi
L’Immacolata, osserva Don Epicoco, è anche «Vergine dell’Eccomi, donna esperta di quell’audacia che in tempi non sospetti ha dato inizio a quel genio femminile dell’impresa, che solo secoli dopo la storia si sarebbe accorta di possedere. Trova anche per noi finanziamenti a fondo perduto della Grazia, e aiutaci a pianificare strategie di intervento intrise di Fede e di Carità».
Donna del primo Sì
Infine Santa Maria è la «donna del primo Sì». Un “Si”, che «seppur circondati da migliaia di compromessi possiamo mantenerci coerenti a quel contratto che con la nostra nascita abbiamo stipulato con la storia. Contratto che con il nostro battesimo e cresima abbiamo intriso di impegni forti, tali da non lasciare la storia uguale a come l’abbiamo trovata. E come te, possiamo un giorno sentirci degni di stare al mondo perché non abbiamo disertato la nostra fetta di impegno, il nostro irripetibile Sì».