di Nory Camargo
«The Stepdad» è un corto animato della Disney che racchiude un messaggio profondo e vuole offrirci una grande lezione in questo Natale.
Spesso sentiamo parlare di quanto siano coraggiose le madri single, le donne che per un motivo qualsiasi sono rimaste da sole a prendersi cura dei figli e riescono a farli andare avanti.
È vero che la maternità è qualcosa di grandioso, che le donne sono incredibili, le madri hanno superpoteri e il sesso femminile affronta grandi sfide a livello personale e professionale.
A volte parliamo degli uomini (e non sempre per dire cose positive), ma quando parliamo del ruolo meraviglioso di quegli uomini che sono diventati per propria volontà padri di bambini che non sono biologicamente loro?
La decisione coraggiosa di diventare padri
Non mi piace la parola “patrigno” (né “matrigna”). Mi sembra fredda, brusca, e il cinema e la televisione ci hanno convinti che un patrigno o una matrigna sia il cattivo della situazione, quelli che arriva a cambiare tutto, a togliere il figlio di mezzo, a cancellare la memoria di quel genitore forse morto e a prendere in mano le redini della casa in un modo che non è affatto positivo.
Bisogna accettare che in molti casi è così, perché non tutti i patrigni e le matrigne sono buoni, come va anche accettato che non tutti i genitori biologici sono degni di lode, c'è di tutto.
Quanto è bello, però, sottolineare la figura di quest'uomo che ha deciso di diventare padre! Quanto è bello trovare un corto animato come questo, in cui vediamo che il compito di un patrigno o di un padre adottivo non è facile!
Arrivando in una casa in cui manca il padre, servono coraggio, maturità e amore, molto amore. «The Stepdad» è un corto toccante che ci ricorda il ruolo importante di questi uomini.
La sfida di donarsi completamente
Nessuno si alza un giorno desiderando essere padre adottivo, dicendo “Sarebbe splendido diventare padre di bambini che non sono miei”. Probabilmente l'idea ci sembra strana, poco probabile o nient'affatto attraente.
L'amore, però, fa sì che a volte facciamo cose impensabili. È accaduto anche a San Giuseppe, perché non avrebbe mai immaginato che Maria potesse dargli una notizia del genere. Come poteva essere incinta? Come poteva portare in grembo un bambino che non era suo?
San Giuseppe è il padre adottivo per eccellenza, nel suo nobile cuore e in mezzo a tanti sentimenti contrastanti ha voluto mantenere l'immagine di Maria intatta.
Ha deciso che si sarebbe separato da lei in silenzio, senza fare scalpore, senza vergogna o disonore. Ed è stato in quel momento che un angelo gli è apparso e gli ha confermato che il figlio che portava in grembo Maria era Gesù, il salvatore del mondo intero.
Chiaramente non è il caso dei padri adottivi di oggi, ma è molto importante tener presente la figura di Giuseppe, perché si è donato completamente, ha accettato il suo ruolo con umiltà e profondo amore, ha amato Maria e ancor di più quel Bambino che lo avrebbe fatto diventare padre.
Grazie a tutti gli uomini che hanno permesso che li chiamassimo “papà”
Grazie per aver stabilito l'amore come priorità, per aver messo da parte la paura, l'egoismo e quello che possono dire gli altri, per aver dato a un bambino o a vari la possibilità di avere un padre.
Grazie, perché il compito non è affatto facile, mai. E grazie perché avete cambiato per sempre la vita del vostro partner e di quelli che ora sono i vostri figli.
Se è il vostro caso, se siete un padre adottivo, fateci conoscere la vostra storia.
Se state leggendo questo articolo e siete sposate con un uomo che ha deciso di diventare il padre dei vostri figli, correte a dirgli che è il miglior marito e papà del mondo.
E se siete stati allevati da un papà coraggioso che non è quello biologico, diteci qual è stato l'aspetto più bello di averlo accanto.
Incaricatevi di ricordargi ogni giorno che valorizzate immensamente la sua presenza, la sua dedizione e il suo amore. Perché un vero padre è quello che è sempre presente.