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Il modo curioso in cui leggeva Sant’Ambrogio

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padre Michael Rennier - pubblicato il 06/12/21
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E come ha portato a quella che oggi definiamo “lectio divina”

I primi libri che abbiamo amato erano probabilmente storie che ci leggeva ad alta voce un genitore, un insegnante o un fratello maggiore. Forse siete andati a una lettura aperta in biblioteca e vi siete seduti ad ascoltare insieme ad altri bambini. Se avete fratelli o sorelle, magari la mamma vi riuniva per ascoltare una storia prima di andare a dormire (e ovviamente il più piccolo interrompeva continuamente).

La lettura inizia come esperienza collettiva. È qualcosa di condiviso. I miei quattro figli minori attualmente hanno l'abitudine di ascoltare audiolibri nella loro stanza dei giochi. Si siedono lì tutti insieme e ascoltano tranquilli per ore.

Una volta imparato a leggere, la lettura diventa soprattutto un'esperienza personale, qualcosa che si fa in silenzio da soli. Forse a volte si legge ad alta voce per una classe o per i propri figli come i nostri genitori facevano per noi, ma è difficile che gli adulti si siedano ad ascoltare audiolibri insieme.

La teoria, però, dice che nel passato gli adulti erano molto più sociali quando si trattava di leggere. Nella cultura antica, forse perché il tasso di alfabetizzazione era più basso e le copie fisiche dei libri molto più rare, leggere ad alta voce era ben più comune. Non era insolito che un gruppo di persone si riunisse in una piazza pubblica per ascoltare collettivamente un libro che veniva letto.

Agostino e Ambrogio: un sodalizio intellettuale alla luce del Vangelo

Sant'Agostino, nelle sue Confessioni, commenta come nella sua epoca il modo in cui la gente leggeva stesse iniziando a cambiare. Da giovane incontrò Sant'Ambrogio, vescovo di Milano e noto intellettuale. Agostino cercò Ambrogio come mentore, e andava regolarmente da lui per ottenerne i consigli.

Ben presto, Agostino notò qualcosa di interessante sull'anziano, che spesso quando il suo giovane protetto entrava nella stanza stava leggendo un libro. Scrive: “Quando leggeva, i suoi occhi analizzavano la pagina e il suo cuore cercava il significato, ma la sua voce era silenziosa e la lingua ferma... perché non leggeva mai ad alta voce”.

Agostino lo dice perché era insolito. Era una novità che una persona potesse immagazzinare direttamente nella mente le parole senza alcun suono o movimento esteriore. Le sue labbra non si muovevano per articolare le parole, ma “i suoi occhi analizzavano la pagina e il suo cuore cercava il significato”.

La lettura si spostava così dai gruppi per diventare un'attività individuale, e alcuni storici pensano che il cambiamento abbia aiutato a sviluppare una solida vita interiore. In A History of Reading, Alberto Manguel scrive:

Questa capacità di meditare attentamente sulle parole e a livello individuale ha rappresentato un importante sviluppo spirituale, perché ha permesso un nuovo tipo di studio della Bibbia. Sant'Ambrogio era noto per il fatto di accogliere la Scrittura nel proprio cuore e meditarla profondamente. Aveva un metodo nuovo, che in Oriente iniziava già a diventare popolare e che egli ha aiutato a introdurre nel mondo occidentale. È chiamato lectio divina.

La lectio divina è un atteggiamento di ascolto nella preghiera. Implica il fatto di soffermarsi con calma su qualche parola che interessa particolarmente e di ponderarla, permettendo a Dio di parlarci attraverso il testo in modi nuovi. Questo metodo ha portato molto frutto nella saggezza e nella forza della sua predicazione.

Se volessimo praticare una lectio divina della vita quotidiana, cosa ascolteremmo? Mi sembra che l'ascolto nella preghiera possa essere praticato in tutti i campi della nostra vita, non solo leggendo un testo, e che se la praticassimo di più potremmo trarne grandi benefici. Ogni Avvento siamo incoraggiati a rallentare e ad ascoltare di più, non solo con la lettura silenziosa, ma anche con momenti di tranquillità, preghiera, attenzione alla bellezza e tempo per la famiglia. È un'opportunità di cui sono grato, un promemoria per allontanare i rumori dalle mie orecchie per ascoltare e concentrarsi su ciò che conta davvero.

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