Rido quindi sono uomo
Quando la scienza si occupa di umorismo, le cose si fanno serie. Quell'ampio universo di esperienze che vanno dalla risata spontanea, all'ironia, alla satira, alla battuta sprezzante, ai paradossi dimostra che l'essere umano è una presenza unica nel Creato. Pirandello sintetizzò la definizione di umorismo affermando che è «il sentimento del contrario». L'uomo non solo osserva la realtà, ma ci riflette. E proprio come un'immagine riflessa in uno specchio d'acqua si ribalta, così la coscienza umana ride - cioè percepisce un contraccolpo - di fronte a ciò che accade e rivela un ritratto capovolto delle nostre certezze.
Di solito i comici più apprezzati sono quelli che svelano il lato ironico delle nostre faccende quotidiane (gli insulti tra automobilisti, le dinamiche tra marito e moglie, la fatica di una giornata lavorativa, le fisse maniacali, certe paure assurde). E' un modo potente di disinnescare la tentazione di mettere il nostro male sul piedistallo. L'umorismo ci consegna una leggerezza che sa di Cielo. Ci solleva. Chesterton sintetizzò la cosa dicendo,
È nella cornice di questo orizzonte umano che condividiamo con entusiasmo il risultato di una recente indagine scientifica. L'università di Bristol si è occupata di studiare lo sviluppo dell'umorismo nell'essere umano. A quanto pare è una conquista precocissima, addirittura i primi segni si manifestano nel primo mese di vita.
Quando nasce l'umorismo? Prestissimo
Il primo sorriso di un figlio è un ricordo forte, come quando si stacca dai supporti e inizia a camminare o quando dice per la prima volta mamma. Ed è vero che capita molto presto, il neonato ride, lasciando a bocca aperta il genitore. C'è qualcosa di innegabilmente attraente nel vedere l'esplosione di una risata. Magari può venire il dubbio che nei bimbi piccolissimi sia solo un riflesso non del tutto consapevole. Perciò la ricerca condotta dagli studiosi di Bristol è interessante, a quanto pare la capacità umoristica nel bambino non è affatto un caso.
Dunque l'umorismo è una chiave di accesso al mondo che coinvolge non solo la comprensione personale, ma anche la dimensione delle relazioni tra il bambino e gli altri. È il segnale che c'è una coscienza all'erta dentro gli eventi e gli incontri.
L'umorismo cresce col bambino
I 671 bambini coinvolti in questa ricerca provengono dagli Stati Uniti, dal Regno Unito, dal Canada e dall'Australia. Come primo passo è stato sottoposto ai loro genitori un questionario per identificare la presenza di occasioni umoristiche nel comportamento quotidiano dei loro figli. Questo ha permesso di raccogliere informazioni sul tipo di umorismo riconosciuto e apprezzato.
E i risultati complessivi dell'indagine hanno messo in evidenza come l'umorismo cresca insieme al bambino. (In fondo è naturale che sia così, essendo una capacità intellettiva). Per ora gli studiosi sono riusciti a identificare 21 tipi di umorismo infantile. Se è molto precoce che esso insorga nel primo mese di vita, però è attestato che circa il 50% dei bambini reagiscano a contesti ironici fina dal secondo mese. A 11 mesi, invece, iniziano a produrre umorismo, cioè fanno scherzi e battute elaborati da loro. E merita attenzione anche la frequenza. La ricerca ha mostrato che le situazioni umoristiche sono ripetute dai bambini circa ogni tre ore quando sono impegnati in una qualche relazione con gli altri.
L'umorismo striscia sotto la porta
Quanto riportato finora è una sintesi di uno studio scientifico che merita di essere approfondito. Quello che aggiungo ora non ha nulla di scientifico e oggettivo, è solo la rielaborazione personale di un'impressione.
Ho trascorso gli ultimi mesi in compagnia del testo di C. S. Lewis Le lettere di Berlicche, opera famosissima in cui si immagina che un diavolo esperto educhi un diavolo apprendista su come dannare un'anima. Di una cosa Lewis era assolutamente sicuro, che ai diavoli manchi l'ironia:
Leggendo i dati sulla ricerca svolta sull'umorismo infantile, il mio pensiero è andato immediatamente alla frase appena citata. Che l'impulso umoristico nasca precocemente, nei primi mesi di vita, mi pare un segno di speranza enorme.
Lo vedo come il segno inequivocabile della nostra parentela con Dio. Ci ha creati capaci di ridere, cioè di metterci sulla strada dell'umiltà. Questa, infatti, è la vera forza del sentimento del contrario. L'umorismo ribalta l'orgoglio, che è un pesante scettro diabolico.
Chesterton lo disse meglio:
C'è un modo di stare nel mondo che procede dal basso, ed è tipicamente cristiano: Dio stesso si è abbassato facendosi bambino per farsi nostro compagno. Ha strisciato per entrare e stare accanto a noi. Questo umorismo innestato nell'umiltà svela e disinnesca i nostri peccati serissimi (l'avidità, l'invidia, la superbia) ed è una via quotidiana di conversione, apre i lucchetti dell'anima meglio di un trattato filosofico. Ci manda gambe all'aria, cioè pronti ad aggrapparci a qualcosa di altro rispetto al nostro egoismo.
Ed è meraviglioso che questa dotazione di ironia sia presente fin da subito, da appena nati. E c'è da augurarsi che non ci molli fino all'ultimo istante di vita.